Standing ovation e un lungo applauso per Antonio Scurati al termine della lettura del suo monologo sul 25 aprile. Scurati ha letto il monologo dal palco della "Repubblica delle idee" a Napoli. Al termine della lettura Scurati ha detto «Viva l'Italia antifascista».

«L'ho vissuta male ieri, è duro, è faticoso, è doloroso, un privato cittadino come me, non sono un partito, o azienda o giornale, ma uno che fa il professore e padre di famiglia che legge e scrive libri, per fare lo scrittore: mi hanno chiesto un testo - lo ha fatto la tv pubblica - da leggere in occasione di una ricorrenza nazionale, scrivo un testo di fatti storici o di cronaca con una lieve impressione personale alla fine e mi ritrovo al centro di una polemica ideologica politica e attacchi denigratori che mi dipingono come un estorsore». Sono le sensazioni espresse dallo scrittore in riferimento al suo monologo per la trasmissione ''Che sarà'' sui Rai3.

Lo scrittore ha spiegato anche che la sua agenzia ha trattato un compenso in linea con quello di altri intellettuali. «Si è perso il senso della democrazia in Italia, c'è il capo del governo che attacca un privato cittadino, che fa l'intellettuale, dando addosso alla persona con frasi e illazioni denigratorie. Un intellettuale solo contro un moloch che è il governo», ha spiegato Scurati, aggiungendo: «Non ho mai gridato al lupo al lupo. Non ho mai detto che stanno tornano i fascisti, ho studiato troppo a lungo il fascismo di 100 anni per queste previsioni avventate, ma questa aggressione è forma di violenza. Il peso è schiacciante» ha concluso lo scrittore, che ha anche aggiunto: «Ho raccontato le vittime troppo a lungo per pormi come una vittima, mi ha dato fastidio a dover replicare alla Presidente del consiglio, ma ho dovuto farlo dato che sono state dette delle falsità smentite dalla realtà fattuale. Si vede una volontà denigratoria, ho dovuto replicare, ma non voglio fare la vittima» ha concluso Scurati. 

«Quando un leader politico di tale carisma, come sicuramente è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha un seguito molto vasto, nel cui seguito da qualche parte là sotto, vista anche la storia politica da cui proviene, c'è sicuramente qualche individuo non estraneo alla violenza - probabilmente non molto equilibrato - quando il capo punta il dito contro il nemico e i giornali, o meglio i “giornasquadristi" fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto “l'Uomo di m.", ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c'è. Succede, è già successo» ha detto Scurati.