NAPOLI. Anche questa volta è bastato ammettere in aula, alzare la mano e ottenere il minimo della pena per un omicidio di camorra. È accaduto davanti ai giudici della seconda Corte d’Assise di Napoli che hanno giudicato i killer di Ciro Reparato, affiliato al clan Di Lauro di Secondigliano, assassinato il 31 gennaio del 2008. Erano imputati Oreste Sparano, difeso dagli avvocati Claudio Davino e Michele Caiafa, Costanzo Apice, avvocato Davino, Cesare Pagano, difeso da Domenico Dello Iacono e Elmilio Martino, e Raffaele Amato. I primi due erano stati condannati in primo grado a 30 anni di carcere e ritenuti gli esecutori materiali dell’agguato che sancì la rottura totale tra gli scissionisti e il nuovo clan Di Lauro, risorto dalle ceneri della prima faida di camorra. E il Pg aveva chiesto l’ergastolo.