Una panchina rossa e un albero di jacaranda. Così è stata ricordata Maria Adalgisa Nicolai, la docente universitaria barbaramente uccisa dal compagno lo scorso 27 luglio, nel corso di una cerimonia tenuta oggi in prossimità del laboratorio e dei luoghi in cui faceva lezione all'interno del bosco della Reggia di Portici, sede del Dipartimento di Agraria dell'Università Federico II.

«Oltre la panchina rossa che è simbolo del femminicidio, oggi piantiamo un albero, una jacaranda, tanto caro a Maria Adalgisa Nicolai», ha spiegato Concetta Giancola, presidente del Comitato unico di garanzia della Federico II. «Tocca da vicino l'università un femminicidio così efferato. Il Cug - ha aggiunto Giancola - ha voluto organizzare questo evento insieme al coordinamento napoletano Donne nella Scienza per onorare la memoria di una docente tanto amata nel dipartimento e non solo. Il Cug organizza ogni anno per il 25 un evento di informazione e formazione per i giovani, affinché queste violenze non debbano più accadere. Sappiamo che la violenza sulle donne nasce da un asimmetrico rapporto uomini e donne, in una società patriarcale difficile da scuotere dal punto di vista culturale, che continua a vedere la donna come subalterna».

Alla cerimonia, svolta all'aperto, ha partecipato un gruppo di amici, colleghi e studenti di Adalgisa Nicolai, insieme alla sorella Antonietta e alla giovane nipote Marilisa, che ha scoperto la panchina insieme alla vicepresidente vicaria del Consiglio regionale, della Campania Loredana Raia. È stata la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, a piantare simbolicamente la jaracanda insieme a Francesco Villani, amico della vittima e direttore facente funzioni del Dipartimento di Agraria, e alla consigliera del Comune di Portici Florinda Verde.

«Le donne stanno sempre più acquisendo il ruolo che devono avere nella ripartenza del paese e del mondo dopo la pandemia. Il ruolo delle donne è fondamentale, perché la loro forza, la loro capacità di guardare alla complessità del mondo, il loro spirito sarà determinante per infondere quell'energia di cui tutti abbiamo bisogno - ha ribadito il Ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, intervenuto via web -. Più le donne acquisiranno meritatamente ruoli, più ci sarà la reazione di insofferenza di una parte maschile nel vedere tale affermazione, ma più sarà forte la reazione per superare, negare questa visione culturale che esiste ancora nella società, nelle famiglie».

«E una giornata triste, tocca tutta la nostra comunità accademica e arriva in un momento in cui l'università di Napoli sta dedicando tanta attenzione agli equilibri di genere» ha detto il rettore della Federico II Matteo Lorito. «Infatti per la prima volta - ha aggiunto - abbiamo ai vertici del nostro ateneo due donne, una prorettrice, una presidentessa della scuola di medicina e chirurgia. Oggi è importante mandare un messaggio: attenzione a quello che accade nelle case, cerchiamo di educare al rispetto degli altri. Il femminicidio è una patologia della nostra società e tutte le istituzioni come anche la Federico II devono lavorare per un cambiamento culturale"».