Acque non depurate e sostanze inquinanti riversate nel fiume, fanghi prodotti dalla vagliatura delle acque accantonati nell'impianto di depurazione per oltre un anno e rifiuti pericolosi, tra cui amianto, smaltiti in un terreno utilizzato per la produzione di granturco.

E' quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, culminate oggi nell'esecuzione di un'ordinanza di sequestro preventivo nei confronti del sindaco di Pietramelara (Caserta), Pasquale Di Fruscio, del legale rappresentante della società Tma, gestore di fatto dell'impianto di depurazione di Pietramelara fino ad aprile 2020, e del proprietario di un terreno adiacente il depuratore comunale. L'ordinanza è stata eseguita dai Carabinieri forestali di Pietramelara e della sezione di Vairano Patenora. 

Le indagini sono scattate a seguito di una comunicazione dell'Arpac a seguito di un controllo svolto il 27 febbraio 2019 nel depuratore comunale di Pietramelara, in località Rivolo Pontevecchio svolto alla presenza del sindaco e del legale rappresentante della società che gestiva l'impianto.

Nella circostanza sono state riscontrate criticità dell'impianto, in particolare il mancato funzionamento dello sfioratore di piena, il guasto dello sgrigliatore, la mancanza di un campionatore automatico per il controllo medio composito nell'arco delle 24 ore, nonché la presenza di un cassone per la raccolta dei fanghi prodotti dalla vagliatura delle acque il cui ultimo smaltimento risaliva al 2017.

Inoltre, effettuati i controlli chimici sui campioni di acque prelevate, si è accertato che i valori di escherichia coli superavano abbondantemente il limite previsto dalla normativa. Le criticità sono state confermate in un nuovo sopralluogo svolto il 28 luglio 2020 a seguito della perizia di un consulente nominato dalla Procura.

In tale occasione, i Carabinieri forestali di Pietramelara hanno accertato che il canale di scolo dove defluivano le acque del depuratore era stato ripulito di recente dalle erbe infestanti e scavato per migliorarne il deflusso, accatastando poi il materiale raccolto sulle proprietà confinanti con il canale; operazioni, secondo la Procura, compiute su disposizione del Comune di Pietramelara che, senza alcuna autorizzazione né analisi preventiva del terreno e del materiale depositato, aveva provveduto d'urgenza a liberare il corso delle acque del depuratore proprio prima del sopralluogo.

Il depuratore è stato posto sotto sequestro.