NAPOLI. Killer in azione tra i vicoli di Materdei, corsa contro il tempo per individuare le telecamere che potrebbero aver inqua-drato il passaggio del commando in via Roberto Saverese, strada che ricade nella zona controllata dal clan Sequino, dove poco pri-ma dell’alba di venerdì almeno due uomini hanno esploso sette colpi di pistola calibro 9x21 contro il palazzo al civico 8. 
Nel raid, vista anche la tarda ora, non è rimasto ferito alcun passante e non sono stati registrati neppure danni a cose, a parte il “malcapitato” muro, ma l’episodio potrebbe rappresentare un caso tutt’altro che isolato. La sparatoria è avvenuta infatti ad appena cinque giorni di distanza dalla stesa di vico Scassacocchi, nel cuore di Forcella. Sul punto, i carabinieri della compagnia Stella che adesso stanno conducendo le indagini non escludono un collegamento. Tornando ai fatti della scorsa notte, l’allarme è scattato poco dopo le quattro. È a quell’ora infatti che sono arrivate al numero di pronto intervento dei carabinieri le prime richieste di aiuto per alcuni colpi di pistola che erano stati esplosi in strada.

Chi ha chiamato non ha fornito ulteriori informazioni in merito al numero di persone che facevano parte del commando, ma i riscontri non si sono purtroppo fatti attendere. Giunti sulla scena del crimi-ne insieme ai militari del nucleo investigativo, i detective della compagnia Stella si sono trovati davanti a un quadro a dir poco preoccupante. I misteriosi pistoleri, almeno due, avevano infatti esploso ben sette colpi di pistola contro il palazzo al civico 8 di via Sa-varese: quattro, complessivamente, i bossoli calibro 9x21 repertati sul selciato. Per fortuna nessun danno a cose e nessun accesso “sospetto” nei pronto soccorso della zona. Eseguiti i rilievi tecnici di routine, per le indagini è già tempo di entra nel vivo. Il lavoro degli investigatori dell’Arma rischia però di farsi subito in salita.

Lungo via Roberto Savarese, angusta stradina che si inerpica da via Santa Teresa degli Scalzi, non sono infatti presenti telecamere di videosorveglianza pubblica; di testimoni oculari, poi, nemmeno l’ombra. Diversi occhi elettronici sono però dislocati in diversi punti di via Santa Teresa degli Scalzi, sia verso il Museo che in direzione di Capodimonte. Eventuali sviluppi potranno dunque arriva-re con tutta probabilità raccogliendo poi qualche voce confidenziale sul territorio. Da un punto di vista della geografia criminale la zona del raid è ormai da anni ritenuta sotto lo stretto controllo del clan Sequino del rione Sanità, ma non distante dal punto in cui sono stati esplosi i colpi di pistola vive un “personaggio” piuttosto in vista del clan Mazzarella: non è dunque da escludere che proprio a quest’ultimo fosse rivolto l’avvertimento. Ed è a questo punto che subentra il possibile collegamento con la doppia sparatoria avvenuta domenica sera tra via Tribunali e vico Scassacocchi, a Forcella, dove a finire nel mirino era stata l’abitazione di una delle cognate dell’ex boss Luigi Giuliano. Un quadro labirintico, che spinge gli investigatori a battere due piste: quella del botta e risposta, e quella dell’unica firma per entrambe le vicende. Non si esclude poi neppure un nesso con l’agguato di ieri al “Buvero”.