NAPOLI. A Bagnoli si scatenò l’inferno dopo la clamorosa fuga dal carcere dell’ergastolano Felice D’Ausilio, figlio del boss Domenico e fratello di Antonio. I due rampolli del capoclan “Mimì ’o sfregiato” in pochi mesi cercarono, e in parte ci riuscirono, di recuperare il terreno perduto in termini di controllo delle attività illecite.

Era metà 2016 e fino a fine anno si susseguirono estorsioni, intimidazioni e scontri sia con i Giannelli che con gli EspositoBitonto-Nappi. Ma l’episodio più grave fu l’omicidio del parcheggiatore abusivo, un veterano della sosta tra Coroglio e via Cattolica, compiuto secondo l’accusa da Alessandro De Falco e Vittorio Albano.

Di tutto ciò, a seconda delle posizioni, rispondono i 15 indagati in stato d’arresto che all’alba di ieri di ieri hanno ricevuto la sgradita visita dei carabinieri del Nucleo investigativo del commando provinciale di Napoli. Tra essi figurano tre donne.

Tra le accuse contestate ad alcuni indagati (tutti da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva) c’è l’imposizione di un “pizzo” di 200 euro a settimana ai parcheggiatori abusivi.

Sono state infatti documentate numerose estorsioni ai danni di attività imprenditoriali e commerciali: imprese edili, bar, officine meccaniche, lidi balneari, parcheggiatori abusivi, prostitute ed ormeggi di barche, con il pagamento, con cadenza periodica o una tantum, di somme di denaro tra 100 euro e 50mila euro.

In particolare le indagini hanno permesso, inoltre, di acquisire importanti elementi probatori in relazione ad una gestione “mafiosa” dei parcheggi abusivi in prossimità dei locali notturni insistenti sull’area Flegrea, che si concretizzava anche con azioni violente nei confronti degli stessi parcheggiatori per costringerli a sottostare al dominio criminale e a versare una parte degli introiti illeciti alle casse del sodalizio, con il pagamento di una “tangente” di almeno 200 euro a settimana.

Proprio nell’ambito di questa strategia criminale è avvenuto l’omicidio del parcheggiatore abusivo Gaetano Arrigo il 17 giugno 2016, per il quale sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di due affiliati al clan: Alessandro De Falco noto negli ambienti criminali come “’o pazzo” e Vittorio Albano. Nel corso delle attività investigative furono già sottoposti a fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia nel settembre 2016 e maggio 2017, sette appartenenti al gruppo camorristico per il reato di estorsioni in danno di imprenditori ed attività commerciali.

Tra loro Antonio D’Ausilio, Alessandro De Falco, Vittorio Albano e Lucian Stanica, di recente passato tra le fila dei collaboratori di giustizia. Che i clan di Bagnoli si contendessero l’affare dei parcheggi emerge anche da un interrogatorio del pentito di origini romene, rimasto legato ai D’Ausilio fin quando è stato libero Antonio, figlio dello storico boss Domenico detto “Mimì ’o sfregiato”.

“Quando faccio riferimento ad Alessandro intendo Alessandro De Falco che dovevo accompagnare al parcheggio di Coroglio per controllare il lavoro dei parcheggiatori. Antonio D’Ausilio mandava noi a fare molti controlli perché sosteneva che i parcheggiatori rubassero e poiché De Falco aveva già svolto per conto di Giannelli questo lavoro».