Una cartella esattoriale con la richiesta perentoria di 18.600,89 euro è stata inviata dall’Agenzia delle Entrate a una famiglia che ha perso il giovane figlio ventenne, ucciso da un proiettile vagante durante una stesa nei vicoli di Napoli. La “colpa” di questa famiglia, difesa dall’avvocato Angelo Pisani, è di essersi costituita parte civile nel processo contro l’assassino del figlio, condannato alla pena detentiva di 8 anni ed al risarcimento, ma di fatto nullatenente.

«Per la giustizia italiana - precisa Pisani - a pagare spese e tasse processuali deve essere questa sfortunata famiglia della vittima innocente uccisa dalla criminalità». Pisani auspica un intervento del Presidente della Repubblica e in una revisione della normativa anche fiscale che non sia sempre un ostacolo e una beffa per le vittime».

L’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione Noi Consumatori, assiste adesso le vittime nel contenzioso con il fisco, chiedendo «realmente giustizia e la cancellazione di pagamenti folli che hanno il sapore di una beffa».

Avvocato quale fu la vicenda giudiziaria che ha portato a questa richiesta?

«Il ragazzo fu ucciso a vent’anni da un colpo di pistola, la mamma e la sorella chiesero giustizia e dopo anni di causa è arrivata la condanna in sede penale e civile dell’autore della responsabile dell’omicidio, una donna di un clan dei quartieri Spagnoli, ma ora l’Agenzia delle Entrate addebita e imputa ai familiari della vittima innocente 18.819,25 euro per spese e tasse della causa vinta risultando l’assassina condannata una nullatenente».

Si tratta dunque delle spese del processo?

«La cifra imposta senza pietà dallo Stato alle vittime ammonta a oltre 18mila euro euro. La donna, condannata in via definitiva dalla Cassazione ad 8 anni di reclusione ed anche a risarcire i danni, risulta nullatenente e non pagherà, ma nulla ai familiari della vittima. Oltre al danno irreparabile della morte del figlio c’è anche la beffa di dover pagare spese e tasse di registrazione con il pericolo di perdere ogni altro bene a seguito di espropriazioni esattoriali. La notifica è stata recapitata ai malcapitati e poveri familiari della vittima innocente, che per dieci anni si sono difesi con grandi sacrifici e dignità grazie al gratuito patrocinio dello Stato, per il recupero delle tasse e sanzioni delle cause intentate per la punizione dell’assassino della giovane vittima innocente».

La richiesta di saldare il conto è dell’Agenzia delle Entrate?

«La donna che è stata condannata in via definitiva ora è libera e senza problemi. L’Agenzia delle Entrate ha intimato oggi ai familiari della vittima di rimborsare le spese di tasse e sanzioni della causa perché la condannata risulta nullatenente: non ha risarcito i danni e nemmeno le spese legali. Ed ora lo Stato, che non ha saputo garantire sicurezza al giovane ferito a morte mentre era sul balcone, pretende anche i soldi dalla mamma e fratelli della vittima».

C’è la possibilità di vedere revocare questa richiesta?

«Chiediamo che l’Agenzia delle Entrate annulli in autotutela una crudele condanna beffa in danno di chi già ha sofferto e non avrà alcun risarcimento. Inoltre mi appello al Presidente della Repubblica e al governo per impedire una reale, crudele ingiustizia e persecuzione».