NAPOLI. Doveva essere la presentazione del nuovo libro (“Il coraggio vince”), ma l’appuntamento all’“Art Vesuvio” per il generale Roberto Vannacci diventa l’apertura della campagna elettorale. Lo accolgono circa 120 simpatizzanti in una sala troppo piccola e Luigi Mercogliano del “Comitato Il mondo al contrario”. Lui attacca la «censura fisica e morale». All’esterno, una quarantina di attivisti Lgbt e dei Centri sociali gli gridano slogan, fronteggiati dalla polizia. Lui li ringrazia «per la pubblicità» e invita una loro delegazione a confrontarsi. «Ma non accettano mai», aggiunge. In sala, un gruppo di ragazzi apre uno striscione con una frase di Chesterton: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che 2+2 fa 4”. Nel “mondo al contrario”, non si può dire.  

Generale, pensa di essere diventato il simbolo di chi reagisce al pensiero unico?  
«Mi auguro di sì. Spero di esserlo per le molte persone che in questa modernità si sentono rinchiuse da una corrente unica, e ogni volta che devono esprimere un’idea diversa si sentono quasi minacciate».  

Il Parlamento europeo non approva leggi. Lo utilizzerà come una tribuna?  
«Intanto, se sarò eletto mi trasferirò a Bruxelles e farò l’eurodeputato a tempo pieno. Poi voglio utilizzare tutte le prerogative di un deputato per promuovere i principi di Patria, famiglia, identità, sicurezza, che mi sono cari e sono condivisi da tanti».  

Metà della Lega le è contro. C’è un fronte trasversale del politicamente corretto che attraversa i partiti?  
«Non appartengo alla Lega, e non metto bocca nelle questioni interne. La mia candidatura da indipendente è stata approvata dal segretario. Spero di costruire poi un dialogo costruttivo con tutti quelli con i quali dovrò lavorare».  

Che cosa pensa della massoneria?  
«Non la conosco».  

Si dichiara credente?  
«Sono cattolico, ho ricevuto i sacramenti, da ragazzo ho frequentato molto gli ambienti della Chiesa. Adesso non sono praticante, ma ritengo la religione un elemento essenziale della nostra vita. A prescindere dalla fede che è questione individuale, la Cristianità è una identità che ci riunisce tutti in Europa, da Capo Nord a Malta».

Sarà capolista nella Circoscrizione Sud e nel Centro. Se eletto, ha già deciso per l’opzione?
«No. Valuterò in base ai risultati, anche insieme al segretario del partito».

Nel suo libro ci sono attestazioni di stima per Garibaldi. Ha presente che al Sud, a Napoli in particolare, il giudizio di tanti su di lui e l’unificazione è molto diverso da quello della storiografia ufficiale?
«Non mi posso esprimere su questo punto, non sono uno storico. Ritengo però che la Storia non si presti a giudizi morali, e racconti quello che è successo. Le deduzioni e i pareri li lasciamo a chi la interpreta. Non mi permetto giudizi morali su vicende di quasi 200 anni fa».

Che tipo di campagna elettorale farà?
«Non cambierò di una virgola l’agenda già presa per la presentazione dei miei libri. Parlerò anche di politica, se richiesto. Non ho programmato comizi. Per quanto riguarda i social, non sono molto tecnologico, e non ne faccio un uso eccessivo. Ho dei profili abbastanza rudimentali e li userò per trasmettere i miei messaggi».