NAPOLI. Nel rione Don Guanella è cominciato ufficialmente il dopo Lo Russo, il famigerato clan dei “Capitoni” che ha subito un declino costante negli ultimi anni a causa del pentimento di ben quattro boss. Nell’ultima mappa sulla criminalità organizzata, per ciò che riguarda i traffici di droga, è comparso nero su bianco un nuovo gruppo: i Bruno- Trambarulo. Portando così a tre le organizzazioni considerate attive a Miano dagli investigatori che si occupano della zona. Le atre due sono i Cifrone e i Balzano-Scarpellini, quest’ultima colpita duramente in primavera da una maxi inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia.

Dunque, lo scenario successivo alla crisi dei Lo Russo si sarebbe composto con una divisione del territorio ben precisa dopo due anni di guerra e guerriglia. Il gruppo Cifrone controllerebbe la Miano vecchia, i Balzano-Scarpellini la nuova e i Bruno-Trambaruolo il rione Don Guanella di Secondigliano. Proprio in quest’ultima zona gli investigatori avrebbero notato come la figura del pusher a giornata e non organico al clan (di cui abbiamo scritto sul nostro giornale due giorni fa) si sarebbe cristallizzata indipendentemente dal gruppo in auge. Ma a gestire la piazza di droga, storicamente fiorente, non ci sono più i “Capitoni” o i loro referenti. A Miano, l’8 luglio scorso è improvvisamente aumentata di nuovo la tensione negli ambienti malavitosi. Prima con il pestaggio e il ferimento a colpi di pistola di Fabio Covelli, risultato estraneo a contesti camorristici pur essendo conosciuto dalle forze dell’ordine, e poi con una sparatoria che per errore coinvolse una paninoteca in via Miano.

Per cercare di fare luce su questa nuova fase, prendendo le contromisure partendo dagli ultimi due gravi episodi, stanno lavorando i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Scampia. Investigatori esperti, che ben conoscono il territorio e sanno benissimo mettere in fila gli eventi per collegarli. Uno dei fattori principali è il tempo ed è difficile pensare, anche se non si può escludere del tutto, a vicende singole per un ferimento e una sparatoria avvenuti a poche ore e a breve distanza. Per il proiettile che ha centrato la vetrata della paninoteca una delle piste conduce al momento a un agguato fallito: dunque non una semplice stesa compiuta a mero scopo intimidatorio. In questo caso il bersaglio potrebbe essere riuscito a mettersi in salvo, con il proiettile esploso che è finito per errore all’ingresso del locale, e temendo l’arrivo di macchine delle forze dell’ordine il pistolero avrebbe desistito dal portare a termine la missione di morte.

Più chiara invece la dinamica del ferimento di Fabio Covelli, 32enne del rione Don Guanella, parente del collaboratore di giustizia Luca Covelli, preso di mira mentre rincasava a tarda ora da quattro malviventi. Il suo racconto è ancora al vaglio degli investigatori in quanto alla dinamica e al luogo, ma di sicuro l’uomo è stato centrato alle gambe a dimostrazione che gli aggressori non volevano ucciderlo, bensì solo spaventarlo. Anche in questo caso i poliziotti di Scampia stanno cercando di acquisire quanti più elementi possibili per risalire subito al movente. Covelli infatti non è legato a nessun clan. Tra i due episodi potrebbe esserci comunque un collegamento, ma finora, con le indagini ancora in fase embrionale, non è venuto fuori nessun indizio concreto a sostegno della tesi.