Un grande vuoto. Con oggi è passato un mese dal suo ultimo volo. Carla Fracci, la più grande ballerina italiana e tra le più grandi al mondo, non c’è più. Volata via alla sua maniera aerea e silenziosa. In un silenzio sconosciuto che, Carla Fracci ed io, non abbiamo conosciuto per più di sessanta anni. Quel silenzio che, privandomi delle nostre voci al telefono - per la pandemia lei a Milano io a Napoli- senza pensarci un solo attimo alle sei del mattino mi ha fatto prendere un treno al volo e correre nella bella casa che con la “regia” di Beppe Menegatti, marito, regista e autore, declama la storia della danza e delle sue grandi ballerine.

È finita così la storia di una lunga, autentica e sincera amicizia, con quel silenzio inspiegabile dopo decenni di condivisione tra due ragazze minorenni, Carla Fracci, ventenne già immensa ballerina, artista che nel tempo sarebbe diventata unica, ed io, diciannovenne, attrice con Eduardo, assistente alla regia Beppe Menegatti , diventato poi marito di Carla e autore di centinaia di balletti anche regista che prima di tutti rappresentò testi di Garcia Lorca e Brecht. Una vita condivisa in tutti i suoi aspetti di lavoro, amori, matrimonio, figli e quant’altro che ha fatto attraversare il mondo e vivere a Carla e a me esperienze indimenticabili, unite nell’intesa tra due ragazze, con ambizioni artistiche e familiari completamente diverse, perchè per quanto Carla era gentile e riservata, pacata e di poche parole, io con un carattere spavaldo portavo avanti una vocazione fatta di scrittura, conversazioni e presentazioni e voglia di conoscere il mondo e quindi attraversarlo.

Anche per questa diversità, segnata dalle esperienze simili di matrimonio, figli, legami familiari e con amici indimenticabili (Piero Tosi, Franco Zeffirelli, Valentina Cortese…) Carla con l’amatissimo figlio Francesco ed io con Eleonora ed Elisabetta, nume tutelare e maestro Beppe, con il legame autentico di un’amicizia fortissima, abbiamo attraversato le nostre vite e il mondo. Mentre Carla coglieva al Teatro alla Scala successi immensi: dalla sua primissima Cenerentola per poi ”consacrarsi” la più speciale Giselle al mondo, Giulietta, Bella Addormentata o una Gelsomina de “La strada” che sorprese anche Federico Fellini plaudente, e Nino Rota autore della musica, io, lasciato il teatro, cominciavo le mie collaborazioni giornalistiche a Milano scrivendo in contemporanea per più testate.

Andando avanti negli anni e ripercorrendo il passato alla ricerca di affermazioni e consensi, ripercorrevamo quel cammino che aveva portato Carla su tutti i palcoscenici del mondo, acclamata ballerina in cinque continenti, io testimone di incontri fatali con protagonisti del mondo della cultura, del teatro, dell’arte, del cinema e della politica, incantati dal talento, dalla grazia e dalla semplicità caratteriale di Carla. Ricordo le attenzioni di Eduardo, che nel 1978 al Teatro tenda di Roma, con l’omaggio danzato dedicato a Titina, grande interprete di Filumena, concluso sulla poltrona che chiudeva il terzo atto fece dire a Eduardo e poi scriverle “Adesso, meravigliosa Carla, dopo la tua Filumena, ti voglio bene come una sorella. Eduardo”, o anche lo stupore di Presidente della Repubblica, l’emozione di Chaplin, i ritratti di Guttuso, le poesie di Montale o i tanti coreografi, registi, partner primo tra tutti Rudolf Nureyev e ancora, ancora.

Ma, nonostante i tanti trionfi, le decorazioni date dai vari Capi di Stato, i riconoscimenti internazionali, Carla è stata sempre se stessa, la ragazza semplice che non ha mai dimenticato gli anni felici vissuti in campagna. Della nostra trasferta a Washington per una serie di spettacoli, le piaceva, e l’ha fatto con gli amici fino agli ultimi giorni, raccontare di una serata, (entrambe alloggiate al Watergate Hotel, sulla scia degli eventi clamorosi che portarono a scoperte politiche di grande rilevanza), in cui avrebbe ballato per grandi personalità… Camminavamo insieme per aggiungere il teatro consapevoli dell’arrivo di Gerald Ford, Presidente degli Stati uniti con il segretario di Stato Kissinger e di tutti i familiari Kennedy che ci avrebbero poi invitate a cena… io stupita dell’ apoteosi indescrivibile di bandiere sulla facciata del teatro, di fiori arrivati da New York e altre città, di messaggi, doni, telefonate, biglietti e altre testimonianze, dissi a Carla: «Sei orgogliosa di tutto questo? Non vedi che sta succedendo per un tuo spettacolo?» E lei con quel sorriso leggero che segnava pensieri e anche riflessioni, con un candore fanciullesco quanto inatteso, disse: «Come vorrei essere a Busto Arsizio!».

Nella sua sorprendente autenticità la battuta, ancora una volta, confermava la ragazza che era stata. Con il dono della grazia e dell’autenticità. Indimenticabile stella, grande interprete della danza, unica ed eccezionale per aderenza all’interpretazione e con il dono, conquistato a fatica e studio pluridecennale, della leggerezza che non ha mai appannato la tecnica, nella sua delicatezza autentica icona mondiale, dotata di un’autorità, mai esibita o manifestata, che, anche nei partner più agguerriti - e mi viene in mente il grande Rudolf Nureyev e le sue ben note intemperanze caratteriali, ha sempre meritato il rispetto autentico e quel “ sacro” rapporto professionale che in scena rendeva tutto plausibile, ogni vicenda, storia, intreccio “più vero del vero”.

E non basta ricordare che è stata la più terrena e spirituale Giselle del mondo ma anche Giulietta e Silfide e Isadora e Mirandolina o anche dirompente interprete di can can o di duetti pop con Raffaella Carrà o Heather Parisi, perché Carla non la si può raccontare, né in un articolo, né in un libro e nemmeno nei tanti filmati che le sono stati dedicati da mezzo mondo. Con il dono della verità e della grandezza del cuore tutte le sue interpretazioni “fiorivano” da quel corpo dai movimenti aerei, mai terreni, che trasmettevano allo spettatore la dimensione inafferrabile della verità legata al sogno. Grazie cara, carissima e amatissima Carla di quanto hai dato al mondo dello spettacolo e della danza con quella generosità e quell’arte che solo i grandi artisti hanno. Con tutto il mio amore.