Sciopero generale e manifestazioni oggi in Catalogna: a Barcellona confluiranno 5 cortei provenienti da altrettante città catalane. Seguirà una grande manifestazione nella città teatro ancora ieri sera di disordini e scontri. I manifestanti che contestano le sentenze contro i leader separatisti hanno protestato per il quarto giorno consecutivo, allestito barricate con cassonetti dell'immondizia in fiamme e mobili e in alcuni momenti sono scoppiati scontri tra dimostranti ed agenti, contro i quali sono stati lanciati pietre e petardi.

Le autorità di Barcellona hanno deciso per una chiusura temporanea della Sagrada Familia, la grande basilica progettata da Gaudì. I turisti si sono trovati un sit-in indipendentista davanti al monumento: malgrado la situazione fosse tranquilla nel timore "di non poter garantire la sicurezza dei visitatori", si è deciso per la chiusura "fino a nuovo avviso".

La polizia è riuscita a tenere distinte due manifestazioni di segno opposto: una a favore dell'indipendenza della Catalogna, l'altra organizzata dall'estrema destra. Secondo un'emittente locale dopo la mezzanotte nelle strade della capitale regionale si trovavano ancora migliaia di attivisti. Manifestazioni si sono svolte anche a Girona e Lleida, mentre il leader del governo regionale, Quim Torra, minacciava di indire un altro referendum sull'indipendenza dalla Spagna. "Se veniamo condannati a 100 anni di prigione per aver allestito le urne, la risposta è chiara: dobbiamo rifarlo per la nostra autodeterminazione", ha dichiarato nel parlamento regionale. Torra si è detto oltraggiato dalle sentenze contro i leader separatisti, che ha definito "un'enorme farsa".

Intanto l'ex presidente catalano Carles Puigdemont si è presentato oggi spontaneamente presso la sede della procura a Bruxelles, in relazione alla riattivazione dell'ordine di cattura europeo a suo carico, e si è opposto alla consegna in Spagna. E' stato rilasciato dopo qualche ora. "Come vi ho annunciato - ha dichiarato all'uscita - mi sono messo a disposizione dei giudici. Sono comparso ora e il giudice mi ha rilasciato con l'adozione di misure cautelari, come non poter uscire dal paese senza informarlo o chiedere il suo permesso". Interpellato sulle violenze scoppiate nelle strade della Catalogna, Puigdemont ha ricordato di essersi "sempre" espresso contro la violenza.

E ora è ufficiale: il Clasico non si giocherà il 26 ottobre, come inizialmente programmato. Il Comitato delle competizioni della Federcalcio spagnola (Rfef) ha deciso il rinvio del big match della Liga tra il Barcellona e il Real Madrid al Camp Nou a causa delle tensioni che sta vivendo la Catalogna dopo le condanne inflitte dal tribunale di Madrid ai leader separatisti. Proprio il 26 ottobre è in programma a Barcellona un'altra grande manifestazione degli indipendentisti dopo quelle andate in scena nei giorni scorsi. La Rfef ha invece escluso l'ipotesi di una inversione del campo (andata al Bernabeu e ritorno al Cap Nou) che era stata proposta dalla Liga. La Federcalcio spagnola ha invitato i due club a trovare un accordo sulla nuova data entro le ore 10 del 21 ottobre. Nel caso di mancato accordo, sarà lo stesso Comitato delle competizioni a decidere la nuova data.