Migliaia di palestinesi sono scesi in piazza stamane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza per protestare contro l'imminente decisione degli Stati Uniti di trasferire la loro ambasciata in Israele a Gerusalemme, riconoscendo di fatto la città santa come capitale dello Stato ebraico. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Wafa.

Le manifestazioni, che hanno avuto per protagonisti soprattutto studenti, rappresentanti delle fazioni politiche palestinesi e della società civile, hanno avuto luogo a Ramallah, Jenin, Tubas, Hebron, Nablus, Gaza, Rafah e Khan Younes. I dimostranti, secondo la Wafa, hanno sventolato le bandiere palestinesi e lanciato slogan per Gerusalemme capitale dello Stato di Palestina.

La decisione Usa "farà divampare il conflitto e porterà ad un'escalation di violenza in tutta la regione". E' questo l'avvertimento lanciato dal premier del governo dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Rami al-Hamdallah. In un incontro nel suo ufficio a Ramallah con i diplomatici dei Paesi dell'Ue, Hamdallah ha precisato che "Gerusalemme non riguarda solo i palestinesi, bensì tutti i popoli e i Paesi arabi e islamici, che rifiutano questa decisione".

L'eventuale trasferimento dell'ambasciata Usa, ha sottolineato, "porrà fine al processo di pace e alla soluzione dei due Stati". Hamdallah ha poi chiesto ai Paesi dell'Ue di riconoscere lo Stato di Palestina per salvare il processo di pace e la soluzione dei due Stati e di fare pressioni affinché siano applicate le risoluzioni dell'Onu.