NAPOLI. «Serve una netta e chiara discontinuità rispetto alle pregresse tornate elettorali, oppure al massimo il centrodestra arriverà al ballottaggio dove la sinistra, come sempre, avrà gioco facile». In vista delle Comunali a Napoli Ciro Manzo, portavoce e coordinatore di FdI per la quinta municipalità cittadina di Arenella Vomero, parla a nuora perché suocera intenda. «A noi - avverte Manzo - non basta la semplice conta tra liste alleate che poi vanno a comporre la minoranza». 

Puntate ad un’ipotesi diversa?

«Il nostro obiettivo è molto più ambizioso. L’eventuale primato di Fratelli d’Italia nell’ambito del centrodestra è una soluzione che da sola non ci basta. Serve un progetto per governare. Rivolgiamo l’appello a tutto il centrodestra affinché si apra un tavolo comune di coalizione prima per un dibattito programmatico, successivamente per il candidato sindaco e le liste».

Qual è il progetto?

«Siamo impegnati nella formulazione d’una proposta che riteniamo realmente competitiva. Una candidatura a sindaco di Sergio Rastrelli, figlio del compianto ex governatore campano, con un programma che vada oltre la semplice critica alle insufficienze, per non dire altro, delle diverse amministrazioni che hanno governato Napoli negli ultimi anni. È necessario un reale ricambio che si determini a destra per globale alternativa e con connotati precisi. Altre soluzioni virtualmente in campo - e lo diciamo con tutto il rispetto - seppure apprezzabili, esprimono lo stesso errore del passato».

A chi si riferisce?

«Basta guardare i sondaggi sulle diverse candidature pubblicizzate dai media: non c’è nessun exploit, salvo registrare la ventilata discesa in campo di esponenti della società civile che si richiamano al civismo. Anche in questo caso, però, il centrodestra a supporto d’una tale soluzione difficilmente potrebbe farcela in prima battuta. Quando poi al secondo turno non va a votare neppure la metà dei cittadini, peggio ancora. La sinistra, com’è noto, risulta sempre egemone». 

A Napoli si stanno delineando diverse ipotesi per il centrosinistra.

«Una vale l’altra, a parte la variabile indipendente di Antonio Bassolino. C’è bisogno di lanciare una sfida che sia di antagonismo radicale all’ipoteca della sinistra classica e, se del caso, impedire il via libera a un consolidamento del solito, storico assetto con altra formula. È l’opinione che accomuna tutti i patrioti del nostro circolo territoriale sentiti online dal presidente Massimo Vuono. In merito è auspicabile che il modello, allargato a tutti i livelli non solo di FdI, porti a fissare precise modalità di consultazione territoriale nelle dieci municipalità cittadine».

Torniamo alla competizione per Palazzo San Giacomo.

«Ribadisco la nostra convinzione: rovesciare la piramide, scartando soluzioni neutre per il futuro candidato sindaco del centrodestra che, al contrario, dovrà essere sostenuto da esponenti della società civile, del civismo e dalle loro liste, voltando decisamente pagina rispetto a quello che ha prevalso dal 2011 in poi. Occorre una linea non post ideologica per motivare il ritorno alle urne di cospicua parte degli astensionisti, i tanti cittadini appartati che da molti anni credono, a torto o a ragione, non possibile l’alternanza per il governo della città, cosicché da battere la democrazia di minoranza».

In conclusione, perché la scelta di candidare l’avvocato Sergio Rastrelli?

«Stimato professionista, operante in ambiti che ricoprono tutti i settori del diritto penale e cassazionista, Rastrelli discende da una storica famiglia di alto prestigio e d’inoppugnabile coerenza politica; nella fattispecie è persona esempio di specchiatissima probità, capace di coniugare moderatismo e intransigenza. È uno scudo contro il compromissorio e il consociativo».