Il premier Mario Draghi è giunto al Quirinale per controfirmare, come prevede la prassi, il decreto di scioglimento delle Camere firmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Subito dopo il Consiglio dei ministri che indetto per domenica 25 settembre le nuove elezioni. La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e il presidente della Camera Roberto Fico sono stati al Quirinale a colloquio con il capo dello Stato dopo le dimissioni di Draghi. «Ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere affinché vengano indette nuove elezioni entro il termine di 70 giorni» ha dichiarato Mattarella. «Lo scioglimento anticipato delle Camere è sempre l'ultima scelta da compiere specie se, come in questo momento, ci sono davanti alle Camere importanti adempimenti da portare a compimento. Il periodo che attraversiamo non consente pause nella determinazione degli interventi per contrastare la crisi economica e sociale e in particolare l'aumento dell'inflazione che comporta pesanti conseguenze per famiglie e imprese».

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha preso atto delle dimissioni di Mario Draghi. Il capo dello Stato ha ricevuto al Quirinale il presidente del Consiglio il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. A questo punto Mattarella ne ha preso atto.

Il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti. A darne notizia un comunicato, letto dal segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti.

Dopo essere salito al Colle, Draghi è andato prima a Palazzo Giustiniani dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi ha incontrato a Montecitorio il presidente della Camera Roberto Fico. In precedenza.

Nel pomeriggio il presidente della Repubblica Mattarella riceverà i presidenti delle Camere, ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione.

A quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti di governo, è il 18 settembre la data sulla quale si sta ragionando in queste ore per il ritorno alle urne. Una data che da alcuni viene data ormai per certa e che dovrebbe essere ufficializzata già nelle prossime ore, dopo gli incontri del Capo dello Stato Sergio Mattarella con i presidenti delle Camere.

Il lungo applauso alla Camera

Un lunghissimo applauso e una standing ovation ha accolto il premier Mario Draghi alla Camera. "Innanzitutto grazie, grazie. Grazie per questo" applauso "naturalmente, certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, a volte. Grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questi mesi", ha detto Draghi in Aula.

"Chiedo di sospendere la seduta perché sto recandomi dal presidente della Repubblica per comunicargli le mie determinazioni", ha poi aggiunto. A questo punto il presidente della Camera Roberto Fico sospeso la seduta fino a mezzogiorno.

Il Cdm non si terrà, come da attese. Draghi ha già presentato le dimissioni in Consiglio dei ministri la scorsa settimana - precisano dal ministero dei Rapporto con il Parlamento - ragion per cui non ci sarà un nuovo passaggio poiché formalmente ha già comunicato le sue decisioni ai ministri.

Cosa è successo ieri al Senato 

Forza Italia, Lega, M5S non hanno votato sulla risoluzione Casini su cui il premier aveva posto la fiducia (è passata al Senato con soli 95 voti a favore) e quell'appello di Draghi in Aula - "siete pronti a ricostruire il patto" che ha consentito all'esecutivo di andare avanti in questo anno e mezzo? - è caduto inesorabilmente nel vuoto. Pur avendo il governo incassato il sì alla fiducia, restano pur sempre appena 95 voti a favore -Pd, Iv, Leu, Ipf e Italia al Centro- numeri lontani anni luce da quelli che servirebbero per rimettere insieme una maggioranza che si è sfilacciata giorno dopo giorno.