"Abbiamo di fronte un anno in cui ci saranno passaggi fondamentali. C'è uno sfasamento tra le forze in Parlamento e le forze politiche del Paese. Mai così, se non nel '92-'94. Ecco perché abbiamo messo in campo una proposta di patto politico per arrivare all'ultima fase della legislatura e darle energia politica positiva". Lo ha detto Enrico Letta all'assemblea dei grandi elettori Pd.

"Un patto che tenga insieme l'elezione del Presidente della Repubblica, l'azione dell'esecutivo e quelle riforme che si possono fare in 14 mesi, a partire dalla riforma dei regolamenti parlamentari per combattere il trasformismo", ha spiegato il leader del Pd.

"Ora - ha detto - c'è bisogno di un nome condiviso. Nei prossimi giorni dobbiamo mettere in campo tutta l'iniziativa politica per arrivare al profilo di una personalità super partes".

"Nessuno dopo deve festeggiare da solo perché ha vinto. Nessuno deve vincere affinché tutti vincano. Se ci si infila in piccoli interessi di parte viene giù tutto. Non è mettendo il cappello su qualcuno che si vince, anzi i candidati si bruciano tipo 10 piccoli indiani. Facciamo un appello a tutti: il rispetto per gli altri è rispetto per se stessi. Bisogna agire con questo spirito".

"Sulle nostre spalle una responsabilità cruciale, a servizio del Paese e della nazione. Dobbiamo essere una comunità coesa, ognuno nel suo ruolo può dare un contributo prezioso" ha scandito Letta all'assemblea dei grandi elettori Pd.

"Questo passaggio per il Colle è peculiare, unico. Nel passato (1999, 2006, 2013, 2015) noi eravamo maggioranza relativa e sulle nostre spalle c'era la responsabilità di indirizzare le scelte. Stavolta no, siamo all'incirca il 15 per cento, abbiamo però un ruolo politico centrale e la responsabilità in più che avvertiamo dipende dalla nostra storia, dalla nostra ambizione, dalla nostra presenza al governo" ha detto il leader dem.

"Siamo tutti consapevoli del ruolo fondamentale che Draghi sta svolgendo, in Italia, in Europa e nel mondo - ha sottolineato - Questo oggi è importantissimo, perché mai come ora è stata così vicina una guerra in suolo europeo. Paese distratto. Pensiamo invece alle possibili conseguenze, anche sul nostro Paese. Penso ai costi energetici, alle materie prime, ai flussi migratori", ha spiegato il leader del Pd.

"Noi sappiamo più di tutti quanto questa elezione per il Colle avviene in un momento in cui serve essere all'altezza" ha rimarcato.

"Altra grande responsabilità è riscattare la politica. Rivendico con orgoglio quanto abbiamo fatto in questi anni perché le nostre scelte hanno contribuito a salvare il Paese, a partire dalla gestione della pandemia e dal Pnrr. Dobbiamo completare questo riscatto della politica - ha sottolineato - che vuol dire non banalmente cedere alla retorica della politica versus tecnocrazia, a cui non credo, ma lavorare per una politica davvero al servizio del Paese in un quadro difficile".

"L'ultimo mese è stato sui generis - ha affermato Letta - Il dibattito è stato tutto avvitato intorno a un grande abbaglio, che il centrodestra avesse i numeri per fare il presidente da solo. Non capisco perché ci sono cascati. Il rinculo di questo errore si è visto proprio con la deflagrazione di ieri".

"Non c'è maggioranza in questo Parlamento. L'unica oggi è quella che supporta governo. Noi abbiamo detto no al loro intestardimento. Abbiamo fatto bene. Ieri è venuta meno la candidatura di Berlusconi e ciò in un colpo solo ha reso chiarissimo quel che dicevamo. Venuto giù quel nome è caduto l'abbaglio. Ulteriori candidature di centrodestra faranno la stessa fine di quella di Berlusconi. È il metodo che era sbagliato".