ROMA. La riforma della scuola è legge. Dopo il disco verde del Senato, anche la Camera ha detto sì al ddl con 277 voti favorevoli. Mentre l'Aula della Camera approvava in via definitiva il provvedimento, da piazza Montecitorio si è levato il coro dei docenti e dei sindacati che protestano al grido di «vergogna, vergogna».

Cartelli da Lega e Sel. Mattinata di tensione in aula, con ripetuti richiami del presidente Roberto Giachetti e una breve sospensione della seduta, per la protesta di Lega Nord e Sel che hanno esposto dei cartelli contro il ddl. Nel mirino dei leghisti la «possibilità di introdurre la cultura gender nelle nostre scuole - ha detto il deputato Stefano Borghesi - È inaccettabile che si tenti di far passare subdolamente questa norma che spalanca le porte delle nostre scuole alla cultura gender». I parlamentari del partito di Nichi Vendola hanno annunciato il voto contrario, mostrando cartelli con i colori della bandiera greca -bianco e blu- e la scritta «Oxi alla "buona scuola" di Renzi».

M5S legge art.3 della Costituzione. Proteste anche dal M5S. Al termine dell'intervento del deputato Gianluca Vacca, i grillini si sono alzati in piedi leggendo tutti insieme l'articolo 3 della Costituzione, nonostante i richiami di Giachetti. «Questo è lo spirito democratico che avete - li ha rimproverati il presidente di turno - questo è il vostro modo di essere democratici, è bene si conosca». Con la riforma della scuola «state assassinando la scuola pubblica», ha accusato Vacca durante la dichiarazione di voto, prima di dare il via alla protesta. «Ci avete sempre sbattuto la porta in faccia», ha rimproverato il grillino al governo accusandolo di essersi fatto la riforma da solo per «una scuola a vostra immagine a somiglianza» per una scuola in cui «la corruzione trova terreno fertile» e in cui «uno solo comanda», dove «ci saranno le scuole da ricchi e per tutti gli altri briciole. Obbedire e corrompere sin da piccoli, questo è il vostro insegnamento», ha concludo accusando i membri della maggioranza di essere gli «odierni assassini della scuola pubblica».

Faraone: «Cambiamento rivoluzionario». Altri i toni del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. «La Buona Scuola è legge. Da settembre nelle aule italiane si verificherà un cambiamento rivoluzionario. Avremo istituti veramente autonomi grazie all’investimento di risorse economiche e professionali. Oggi è stato premiato l’impegno di questi mesi del governo e del Parlamento per approvare rapidamente questa legge. Nell’interesse degli studenti, obiettivo principale di questo provvedimento», ha commentato Faraone. «Il percorso della Buona Scuola si è concluso in Parlamento. Ma il bello - ha detto ancora - deve ancora cominciare nelle scuole. Andiamo avanti per il futuro dei nostri ragazzi. Che poi è anche il nostro».