ROMA. Approderà oggi in Cdm il decreto rilancio, che contiene le misure più importanti per far fronte alla crisi economica per il Coronavirus. L'accordo politico sulle misure è stato raggiunto nella tarda serata di ieri, assicurano fonti di Palazzo Chigi. ''Oggi il Consiglio dei ministri approverà il decreto. È un provvedimento molto complesso che vale 55 miliardi di euro, oltre 200 articoli. Dobbiamo rispondere alla crisi più grave dal dopoguerra con misure eccezionali'', ha affermato il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, in un'intervista a Radio Anch'io su Radiouno. Il Consiglio dei ministri è previsto per le 14.

L'intesa politica sulle misure contenute nel decreto rilancio comprende anche l'accordo sulla regolarizzazione dei cosiddetti lavoratori 'invisibili', al centro di un lungo braccio di ferro all'interno del governo. A quanto apprende l'Adnkronos, per ottenere un permesso temporaneo si deve presentare un regolare contratto di lavoro stipulato nel 2019. Nell'intesa rientrano anche colf e badanti, e la durata dei permessi -come chiesto da Iv- sarà di sei mesi. Il M5S inizialmente chiedeva permessi di un mese e per i soli braccianti, ma nell'intesa ha ottenuto che i permessi venissero concessi ai soli lavoratori che possano presentare un regolare contratto di lavoro stipulato nel 2019. Restringendo così la platea ed evitando la sospensione o l'estinzione per i reati di favoreggiamento dell'immigrazione, sfruttamento e caporalato.

Per ottenere un permesso temporaneo i cosiddetti lavoratori 'invisibili' devono presentare un regolare contratto di lavoro stipulato nel 2019. Sarebbe questo il punto di caduta che ha consentito di raggiungere l'intesa su uno dei nodi più difficili del decreto ripresa, che, dopo vari rinvii, il governo punta ad approvare oggi.

Nell'intesa raggiunta sulla regolarizzazione dei migranti "non c'è chi ha vinto e chi ha perso", ma "c'è un'intesa politica" che raccoglie "quella che è un'esigenza importante. Ha vinto la dignità, il rispetto di persone che vivono in grande difficoltà e potranno incominciare a chiedere tutele nel loro lavoro", afferma a Radio Anch'Io il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova sottolineando che l'intesa "è una risposta che un paese civile aveva il dovere di dare" e comunque "considero importante il fatto di essere riusciti a mettere insieme una coalizione così differenziata". "Affrontando i problemi - aggiunge - bisogna "parlare poco e lavorare molto", dicendosi convinta che l'accordo possa portare a "una scelta che sarà fatta nel Cdm".

Il ministro ha poi annunciato di aver "chiesto al ministro del Lavoro di predisporre una piattaforma dove tutti i cittadini italiani che vogliono andare a lavorare in agricoltura, o in altri settori, devono offrire la propria disponibilità così che le aziende possono sapere dove trovare le competenze di cui hanno bisogno". Quindi, in risposta a Salvini, aggiunge: "Più cittadini italiani offriranno la loro disponibilità ad andare a lavorare in agricoltura tanto prima risolveremo questa emergenza di manodopera nel settore".

"Lo scorso anno - spiega - avevamo dai 110 ai 150 mila lavoratori arrivati dalla Romania, più quelli di Polonia e altri paesi, in aggiunta a quelli che sono in Italia in modo regolare o irregolare. Oggi ci sono corridoi verdi per merci e persone, ma mi dicono che le persone non sono disponibili a salire sui voli charter per Italia" mentre all'estero "questi 'corridoi verdi' sono stati realizzati anche con la collaborazione delle imprese".