NAPOLI. È uscito venerdì 17 marzo “Retrò”, il nuovo album di Giovanni Block (nella foto). Dieci tracce (più una ghost track) nelle quali il cantautore napoletano, tra disillusioni e speranze, nostalgia e lucida analisi, rivendica il suo diritto a slegarsi dalle mode e seguire un percorso artistico che è anche stile e filosofia di vita, e che affonda le radici in un passato che non è vecchio o sorpassato, come il significato del titolo potrebbe indurre a pensare, bensì che alimenta una creatività senza vincoli e senza tempo. “Retrò” è un lavoro pop con richiami alla tradizione dei cantautori degli anni ’80 che racconta le rughe di una vita vissuta, solcata da ricordi, pensieri e riflessioni. Gli arrangiamenti si dispiegano tra chitarre leggere, sonorità a tratti folk e tastiere armoniose, lasciando ampio respiro ai testi, parte portante dell’intero lavoro discografico di Giovanni Block. Un disco fatto di accelerazioni e riposo che piacerà a chi non riesce ad arrendersi all’inevitabilità del digitale e vive ancora in analogico. È malinconico e nostalgico, a partire dai riferimenti musicali e testuali: da Paoli a Dalla, da Gaber a Gaetano, da De André a Guccini, citando Quasimodo e cantando Pavese.

Giovanni il disco è uscito di venerdì 17… una data scaramantica, è stata una scelta voluta?

«È stato fatto di proposito, una scelta voluta al grido di “Tanto peggio di cosi”».

Il bimbo nella foto in copertina sei tu?

«Si sono io, avevo 4 anni ed era la festa della Prima Comunione di mia sorella, avevo questa cravatta tipica degli eventi importanti».

Come hai scelto la ghost track?

«La scelta di Cesare Pavese è stata fatta per sottolineare lo stretto legame tra la poesia e la canzone d’autore. Certi dieci non vanno solo ascoltati ma anche letti, per valorizzarne il testo. Vuole essere un messaggio perché la canzone non può prescindere dalla poesia e, a sua volta la poesia può sempre riversarsi in musica».

Il brano “Meritocrazia” racchiude una verità, purtroppo tanto assoluta quanto scottante…

«Quello che ha spinto oggi me a scrivere questo brano sarebbe stato evitato se avessimo ascoltato Gaber quando cantava “non insegnate ai bambini la vostra morale che, cosi stanca e malata, potrebbe far male”».

“35” è un pezzo che fotografa una forbice sociale sempre più ampia…

«Nello stesso giorno la notizie della morte di un ragazzo di 21 anni a Napoli che "aveva accettato di pulire quel lucernario per soli 35 euro". Subito dopo c'era la notizia di Ronaldo alla Juve per 105 milioni di euro. Il contrasto tra queste due notizie ha generato un vuoto, viviamo in un mondo sempre più povero ma con un contrasto sociale che in continua crescita».

Quali saranno i tuoi prossimi impegni dal vivo?

«Ci saranno due eventi, il 31 marzo a Napoli nel foyer del teatro Bellini per uno showcase di presentazione ed il 4 aprile ancora a Napoli sarò in concerto al Piccolo del Teatro Bellini, il 6 sarò a Roma. Stiamo iniziando a pianificare altre date per l’estate, l’obiettivo per il futuro è riuscire a mantenere il punto sulle cose in cui crediamo a prescindere dai diktat del mercato».