A Udine, il Napoli ritrova la voglia di vincere (51’ Osimhen), ma il solito buco difensivo concede il pareggio ai friulani (92’ Success). Continua il mesto finale di campionato degli azzurri, da quattro turni a secco di vittorie, appena due successi pieni nelle dieci partite con Calzona. L’Udinese guadagna un punticino restando in piena zona retrocessione, terzultima, due punti sotto Empoli e Frosinone contro cui giocherà nei prossimi turni. Per cinquanta minuti è stata un’Udinese timida, soggiogata dalla precaria posizione in classifica. Giocando molto bassa, consentiva al Napoli uno sterile possesso-palla (71 per cento). Gli azzurri erano lenti, prevedibili, monotoni. Un formidabile Lobotka ha cercato di pilotare la squadra con una prestazione super. Ma c’era poco movimento. Anguissa e Cajuste poco incisivi, Lindstrom (al posto dell’indisponibile Kvaratskhelia) inconsistente, facendosi notare solo per due calci di punizione, uno sventato da Okoye in corner (15’), l’altro fuori bersaglio (49’). Mai un pallone utile per Osimhen. Dava poco Politano. Il Napoli si appoggiava soprattutto a sinistra con le avanzate di Olivera. L’Udinese tutta dietro la linea della palla, timorosa. La partita si è accesa col gol di Osimhen (51’ Di Lorenzo a Politano che pennellava il cross per il colpo di testa del nigeriano tra Bijol e Ferreira, Okoye piantato tra i pali senza uscire). Un gol come nella partita-scudetto di un anno fa al Friuli e, alla fine, lo stesso risultato, 1-1.

Sotto di un gol, l’Udinese si rianimava. Erano essenziali le sostituzioni operate da Fabio Cannavaro (53’): Davis per l’inconsistente Lucca, un inutile corazziere di due metri, e Success per Brenner. Proprio i due nuovi entrati avrebbero confezionato il gol del pareggio. La reazione dell’Udinese allo svantaggio portava finalmente la squadra friulana nella metà campo azzurra. Meret salvava due volte, su Davis (60’) e su Samardzic (70’). Migliorava la squadra di casa, ma anche il Napoli saliva di tono. Era finalmente una partita vera. Novità tra gli azzurri Ostigard per Juan Jesus, Cajuste per Zielinski e Lindstrom per Kvaratskhelia. All’Udinese mancavano sei titolari, gli squalificati Perez e Payero, gli infortunati Lovric, Thauvin, Deulofeu, Ebosse. Ci si aspettava un’Udinese all’arma bianca per risolvere la posizione in classifica. Ma come s’è detto, per cinquanta minuti è stata una partita noiosa con l’Udinese molto bassa e nessun tiro in porta. La squadra friulana accusava visibilmente l’importanza della posta in palio. Dopo il gol di Osimhen (80’ una seconda rete del nigeriano veniva annullata dal Var per fuorigioco del centravanti), l’Udinese prendeva coraggio. In campo un più incisivo Ebosele per Ehizibue (69’) sulla fascia destra. Ai friulani mancava però l’apporto del miglior Samardzic, mentre Lobotka spopolava per tutto il campo. Lo slovacco cominciava in posizione arretrata per sfuggire al controllo degli avversari, poi veniva avanti con magnifica padronanza.

Nella partita che diventava più vera saliva il rendimento di Anguissa, piuttosto anonimo nel primo tempo, e Traorè era più incisivo di Cajuste, sostituendolo al 73’. Esauritasi la reazione dell’Udinese, il match sembrava in pugno al Napoli. Ngonge per Lindstrom (87’), poi Simeone per Osimhen dolorante a un ginocchio (87’). L’Udinese non si arrendeva al risultato contrario e nel secondo dei cinque minuti di recupero coglieva il pareggio in mischia dopo un calcio d’angolo. Nel Napoli si sono rivisti quattro dei nuovi acquisti: Cajuste, Lindstrom, Traorè, Ngonge senza lascaire tracce nella partita.