"Non ho avuto mai la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico". Così Francesco Totti annunciando il suo addio alla Roma in una conferenza stampa al Salone d'Onore del Coni. "Se ho preso questa decisione non è per colpa mia", ha sottolineato l'ex capitano giallorosso aggiungendo: "Il primo anno ci può stare, il secondo avevo già capito cosa volevo fare e non ci siamo mai trovati, mai aiutati l'uno con l'altro, anche perché sapevano la mia voglia di poter dare tanto a questa squadra e a questa società". "Ma loro non hanno mai voluto, mi tenevano fuori da tutto", ha ribadito Totti annunciando di aver mandato, alle 12.41 del 17 giugno 2019, una mail al Ceo della Roma "dove scrivo un po' di parole per me impensabili, inimmaginabili" riferendosi alle dimissioni. "Speravo che questo giorno non ci fosse mai stato, invece è arrivato questo fatidico giorno che per me è molto brutto e pesante".

"Per me la Roma viene prima di tutto, anche in questo momento. Era meglio morire che staccarmi dalla Roma", ha detto ancora Totti parlando più di un arrivederci che di un addio: "Sono pronto a tornare con un'altra proprietà". "Oggi non ci devono essere fazioni pro-Totti o pro-Pallotta o Baldini - ha quindi precisato - Ci deve essere solo la Roma e l'amore nei confronti di questi colori. Gli allenatori passano, i giocatori passano, le bandiere non passano quello no". "Il pensiero fisso di alcune persone era quello di togliere i romani dalla Roma e alla fine è prevalsa la verità", ha affermato l'ex giocatore. "Sono riusciti ad ottenere quello che volevano, da 8 anni a questa parte quando sono arrivati gli americani hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte. Hanno voluto questo e alla fine ci sono riusciti". 
"Bisogna essere trasparenti con i tifosi, l'ho sempre detto ai dirigenti: alla gente bisogna dire la verità. Un anno fa in un'intervista dissi che la Roma sarebbe arrivata tra quarto e quinto posto e che la Juve avrebbe rivinto lo scudetto: mi hanno detto che sono un incompetente e che distruggo i sogni ai giocatori e ai tifosi", ha affermato poi Totti sottolineando: "Se questo è quello che vogliono, di prendere in giro la gente, io non sono fatto così. Io sono trasparente, perché quando lo sei, sei inattaccabile. Per questo non posso stare qui dentro'', ha proseguito l'ex capitano giallorosso, che sul futuro del club ha specificato: ''Tutti sappiamo i problemi reali della società in questo momento, soprattutto per il FairPlay finanziario, che bisogna vendere giocatori entro il 30 giugno. Hanno preso questa scelta difficile di vendere i più forti ed è anche più facile prendere soldi con questi giocatori e tamponare i problemi che ci sono con il FairPlay''. Infine una frecciata al presidente Pallotta, accusato da molti di gestire la Roma dagli Usa: ''Quando non c'è il capo tutti fanno come gli pare". 
Quanto al "rapporto con Baldini non c'è mai stato e mai ci sarà, se ho preso questa decisione è normale che ci siano stati degli equivoci, problemi interni alla società. Uno di noi doveva scegliere e mi sono fatto da parte io, troppi galli a cantare non servono". "Ci sono persone che mettono bocca su tante cose e fanno solo casini, se ognuno facesse il suo sarebbe molto più facile per tutti - ha aggiunto - Quando canti da Trigoria non lo senti mai il suo canto, l'ultima parola spettava sempre a Londra. E' inutile dire le cose che pensavi o volevi cambiare, era tempo perso". 
"Se andrò ancora allo stadio l'anno prossimo? In alcune partite sì, perché non dovrei. Sono sempre tifoso della Roma e può darsi pure che andrò in curva sud. Anzi, sai che faccio? Prendo Daniele (De Rossi, ndr) e insieme andiamo a vedere una partita in curva sud, sempre se non va a giocare da un'altra parte", ha detto ancora in conferenza stampa.