Riannodare i fili di una lunga storia che ha fatto dell’associazionismo, della centralità del lavoro e dello spirito comunitario la sua stella polare. Questo l’obiettivo del neonato istituto “Stato e partecipazione”, recentemente sbarcato sul web con un proprio sito internet e propri canali social e pronto ora a debuttare anche sulle pagine di testi saggistici.

L’ambizione degli ideatori è quella di coinvolgere e aggregare intellettuali, giornalisti, studiosi, professori affinché collaborino e producano contenuti di rilievo su due linee guida, senza pregiudizi ideologici. La prima è quella dello studio e dell’approfondimento su chi ha trattato i temi dello Stato e della partecipazione, nella convinzione che la storia e l’attualità si intreccino sempre e che la prima non debba mai essere cancellata, ma sempre valorizzata, conosciuta appieno, con le sue luci e anche le sue ombre.

La seconda è quella dell’agire sul reale, oggi: l’Istituto si propone infatti di formulare dossier e proposte che sappiano arrivare al mondo della politica e a quello accademico, che siano capaci di vivacizzare il dibattito, uscendo da quelle che i fondatori considerano vere e proprie gabbie culturali e politiche, che vogliono che la comunicazione con il pubblico avvenga quasi esclusivamente attraverso social, slogan, banalizzazioni.

«La volontà e la necessità sono quelle di fornire idee a una classe dirigente che troppo spesso, da anni, non va oltre la prossima tornata elettorale o gli umori dell’opinione pubblica e dei social, dentro uno schema prestabilito e mortificante. Ogni ricerca e proposta in questo senso deve abbracciare quanti più campi e interessi possibili» affermano dall’Istituto il cui consiglio direttivo è composto da Francesco Carlesi (presidente), Emanuele Merlino (vicepresidente), Alessandro Amorese (segretario) e Francesco Guarente (tesoriere).

Un progetto ambizioso, che si vuol portare avanti, attraverso un impegno multidisciplinare e aperto, contando sull’apporto di docenti, studiosi, giornalisti e scrittori, da Gherardo Marenghi a Carlo Vivaldi-Forti, da Nuccio Bovalino a Caio Mussolini, da Daniele Scalea ad Alfonso Piscitelli.