Dalla pandemia di covid "ne stiamo uscendo, inizieremo una fase di normalità con convivenza con il virus. Passiamo dalla pandemia all'endemia".

Lo ha rimarcato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, a margine della presentazione a Roma del tram 'Uniamo', promosso dalla Federazione italiana malattie rare, dedicato alle patologie orfane.

"Fin dall’inizio del mio incarico - ha poi spiegato - ho detto che sarei rimasto in politica solo per 5 anni. Non ho cambiato idea e tornerò a fare il chirurgo".

 

«Inizieremo fase normalità»

"Le malattie rare, come altre patologie - ha continuato Sileri -, sono rimaste indietro. Oggi dobbiamo parlare, visto che il Covid sta facendo marcia indietro, delle altre malattie e di recuperare le liste d'attesa.

Dobbiamo stare vicino ai cittadini e trovare i fondi. Nel 2021 abbiamo trovato 500 milioni per le liste d'attesa, e anche per il 2022 dobbiamo recuperare risorse".

Per quanto riguarda le malattie rare, "abbiamo centrato l'obiettivo del Testo unico - ha ricordato Sileri - Ora dobbiamo fare i decreti attuativi e completare l'opera e lasciare il lavoro a chi verrà dopo.

Manteniamo un binario dal quale non si può uscire, con delle fermate che sono gli obiettivi e le esigenze di tutti coloro coinvolti nella cura e nella diagnosi della malattie rare.

Lo Stato deve monitorare i risultati e correggere - ha sottolineato il sottosegretario - Cercando però di dare delle risposte chiare".

 

Stop dello stato di emergenza al 31 marzo

"Stiamo lavorando allo stop dello stato di emergenza al 31 marzo". Lo ha affermato Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ospite di 'Radio Anch'io' Su Rai Radio 1."

La pandemia ci ha insegnato che è difficile fare previsioni a lungo termine, ma i dati in questo senso sono positivi e ci auguriamo che continuino e dobbiamo continuare con le terze dosi", ha spiegato.

 

Si farà la quarta dose?

"La politica non ha deciso e deve attendere le considerazioni della scienza. Al momento non è prevista".

Sull'ipotesi di un green pass senza scadenza per chi ha ricevuto la terza dose "è una scelta che la politica deve fare basandosi sulle indicazioni scientifiche", ha aggiunto.

 

Scuola

Per quanto riguarda la scuola, "dobbiamo assolutamente semplificare e uniformare quindi siamo procedendo con un percorso condiviso con le Regioni"

e la didattica a distanza solo per gli studenti non vaccinati "è una delle ipotesi per semplificare le norme e credo che si possa arrivare a questo risultato".

 

 

Mascherine all'aperto

Il sottosegretario si è detto poi ottimista sul fatto che "le mascherine all'aperto si potranno togliere prima di fine marzo.

Già nelle prossime settimane lo si potrà fare nelle zone bianche, non si andrà dopo la proroga del 10 febbraio.

Credo che ci possano essere le condizioni, sarebbe un segnale di fiducia nei confronti degli italiani, che dopo 2 anni di restrizioni e sacrifici e dopo essersi vaccinati, abbiano bisogno di segnali positivi".

"C'è stato un incremento eccessivo dell'uso dei tamponi. Io credo che dobbiamo arrivare a riservare il tampone per chi ha sintomi.

Se l'obiettivo è arrivare a una fase endemica di convivenza con il virus, credo che questo non può che essere il risultato".

 

 

Stato emergenza covid, proroga o no? Cosa dicono gli esperti

COSTA

Stato di emergenza covid in Italia, proroga sì o no? Mentre il sottosegretario alla Salute Andrea Costa assicura nuovamente come il governo stia "lavorando allo stop" in vista della scadenza prevista per il prossimo 31 marzo, gli esperti intervengono sul tema, tra inviti a non prolungare la misura o quelli alla cautela. A parlare sono Bassetti, Vaia, Andreoni e Gismondo.

BASSETTI

"Il buon senso ci dice che dopo due anni lo stato di emergenza è giusto che finisca e che si torni a vivere come facevamo prima. Io vorrei che si passasse dalla fase in cui ci si riempie la bocca sulla convivenza con il virus a quello in cui lo si fa veramente", sottolinea all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

Lo stato d'emergenza, in scadenza il 31 marzo, secondo l'esperto non va prorogato, anche "perché un Paese che ha una buona parte dei bambini delle scuole elementari in Dad, per contatti con un compagno che aveva un raffreddore, non sta convivendo con Covid. Se io per camminare sul lungomare devo mettermi la mascherina vuol dire che non è una Paese che non convive con il virus. Levare lo stato di emergenza servirà per cambiare la testa delle persone.

Il pericolo oggi è la rassegnazione delle persone, il pessimismo che hanno. E questo lo vedo ogni giorno, pochi che viaggiano o vanno al cinema e al teatro. L'Italia è depressa psicologicamente, non è tutto finito ma dobbiamo uscire dall'emergenza". "Quindi tamponi solo ai sintomatici, basta Dad, dobbiamo svoltare. Anche ieri si poteva far di più con l'obbligo della mascherina all'aperto e dire che da subito finiva questa regola che abbiamo visto con Omicron non è servita", ha rimarcato Bassetti.

"Una cosa mi sembra chiara: andiamo verso una primavera di rinascita. Se i dati continuano a confermarsi, sia quelli osservazionali sulla popolazione che quelli derivanti dai sempre più numerosi studi su Omicron in particolare, dovremo mitigare le misure, semplificare tutto, riappropriarci sempre di più degli spazi di socialità. La società civile è pronta e matura per continuare a mantenere le misure di salvaguardia che ancora sono necessarie.

Il Governo mi sembra assolutamente disponibile", spiega all'Adnkronos Salute il direttore dell'Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, commentando la possibilità che il 31 marzo finisca lo stato di emergenza.

Vaia è stato tra i primi ad aprire a una nuova fase nella gestione dell'epidemia. "D’altronde ho sempre affermato - ha aggiunto il direttore - che la via italiana dell’ottimismo razionale, della gradualità e delle misure da prendere in funzione dell’andamento epidemico, insieme anche alle vaccinazioni, si sia dimostrata la più efficace nel panorama europeo".

"Sono pertanto fiducioso che anche stavolta si prenderanno le decisioni più giuste per ridare voglia di vivere alle persone e un grande impulso alla ripresa dell’economia", ha concluso.

 

ANDREONI

La possibilità che lo stato di emergenza termini secondo scadenza "è oggi solo un auspicio, nessuno può avere la palla di vetro e dare la certezza.

Neanche i politici che scalpitano molto su questo", ribatte all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). "Questa pandemia ci ha insegnato che conviene procedere con cautela - rimarca Andreoni - in passato infatti abbiamo dovuto ritrattare.

Ci sono esigenze di tipo sociale ed economico, comprensibili, ma ad oggi la chiusura dello stato di emergenza è nell'alveo della probabilità e non delle certezza. Dobbiamo - conclude - monitorare la bontà del calo dei casi e capire, sul fronte varianti, come stanno andando le cose".

"In questo momento il virus ci sta dando tregua, abbiamo la circolazione di una variante", Omicron, "che per fortuna non sta infierendo e quindi è giusto e corretto, nel rispetto della psiche e anche dell'economia, finirla con lo stato di emergenza, restituirci una vita normale". La microbiologa Maria Rita Gismondo commenta così all'Adnkronos Salute la possibile fine il 31 marzo, senza ulteriori proroghe, dello stato di emergenza.

"Nelle condizioni attuali", in questa fase dell'epidemia Sars-CoV-2, "è assolutamente ingiustificato lo stato d'emergenza", aveva dichiarato già nei giorni scorsi l'esperta, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Come ho detto più volte - ripete oggi - non escludo mai le sorprese, ma dobbiamo comportarci in base allo scenario che il virus ci offre di volta in volta.

E oggi lo scenario è questo": tale appunto, secondo Gismondo, da giustificare la fine dello stato di emergenza.