Si comincia ad intravedere l'orizzonte di un accordo nella trattativa per la cessione dell'Ilva tra Mittal, sindacati e governo. L'incontro sull'Ilva, andato avanti ininterrottamente tutta la notte, tra ristrette e plenarie, con un ruolo attivo del governo, si avvia verso il rush finale che dovrebbe portare alla firma dell'accordo. "Sull'Ilva siamo all'ultimo miglio, sono state 18 ore di trattativa in cui i protagonisti sono stati i rappresentanti dei lavoratori e in cui si è cercato di raggiungere il migliore risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili", ha commentato il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio entrando al Mise.

Secondo il vicepremier "la gara vinta da Mittal non aveva la possibilità di tutelare l'interesse pubblico concreto e attuale. Questo accordo invece fa si che l'interesse pubblico concreto e attuale non si realizzi per l'eliminazione della gara". "Direi che è stato fatto per ora un buon lavoro ma aspettiamo la conclusione e la firma definitiva. Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco - ha aggiunto Di Maio - aspettiamo la firma ma da quello che si è ottenuto al tavolo stanotte già possiamo dire che nell'accordo non sarà previsto il Jobs act: i lavoratori saranno assunti con l'articolo 18".

La cordata AmInvestco, infatti, avrebbe accettato di assumere nella nuova Ilva, da subito, 10.700 lavoratori. Dopo la proposta lanciata ieri sera di portare a 10.300 gli assunti nella nuova Ilva al 2021 Fim Fiom Uilm e Usb, infatti, hanno cercato di ampliare la platea. Si è lavorato, a quanto riferiscono i sindacati, per cercare di arrivare ad un organico di 10.700-10.800 unità entro il 2022 includendo nel perimetro gli elettrici, i chimici e i marittimi di affiliate prima esclusi.

Dal testo inoltre sembra uscito il riferimento proposto dall'azienda sempre ieri sera di intese con il sindacato sul contenimento dei costi anche attraverso riduzioni dell'orario di lavoro. Quanto al contratto integrativo i sindacati hanno chiesto che Mittal preveda sul Pdr 2019 e 2020 un 'una tantum' che possa tradursi in un aumento salariale del 4%. Nel testo dell'accordo che sindacati e azienda stanno scrivendo per sottoporlo alla plenaria entra anche il piano sugli esodi incentivati: Mittal conferma infatti 250 milioni da offrire complessivamente per agevolare l'uscita volontaria dei lavoratori.

L'accordo in arrivo vede anche la conferma da parte di Mittal dell'impegno a riassorbire tutti gli eventuali esuberi che dovessero rimanere dal 2023 in capo alla vecchia Ilva. L'azienda infatti si è impegnata a riassumere tutti quei lavoratori Ilva che al termine della gestione dell'amministrazione straordinaria non abbiano usufruito né di incentivi all'esodo né di prepensionamenti né di una offerta di lavoro all'interno della nuova Ilva e che rientreranno senza alcuna differenza salariale rispetto a quelli già assunti da Mittal.