ROMA. Un titolo di apertura del giornale razzista e discutibile quello pubblicato da Libero sul numero in edicola venerdì che ha scatenato l’ira bipartisan di maggioranza e opposizione, oltre quella di istituzioni locali e sindacali. Con ovviamente le esternazioni del leader pentastellato che criticando l’iniziativa del direttore Feltri ha ricordato come la società percepisca contributi pubblici e che tutto ciò finirà presto con la manovra voluta da lui in prima persona. 
Una presa di posizione, quella sul titolo di Libero, in primis dell’Ordine dei giornalisti, che con il presidente Carlo Verna ha parlato di «due modi diversi di voler male al giornalismo e di essere irrispettosi dei cittadini che hanno il diritto di essere correttamente informati» nel giudicare il titolo del quotidiano Libero e il relativo commento del vicepremier. «Per il titolo strillato del quotidiano Libero - ricorda Verna - è stata già predisposta la segnalazione al consiglio territoriale di disciplina. Recentemente il Tribunale di Milano ha confermato, su uno dei tanti brutti titoli di Libero che costituiscono un caso, una sanzione emessa dall’Ordine dei giornalisti. Ma è altrettanto inaccettabile il post di Di Maio che, strumentalizzando la vicenda, torna a compiacersi per i tagli al sostegno all’Editoria. Attendiamo che il premier Conte e il sottosegretario Crimi attivino quel tavolo di ragionamento critico sui tagli all’Editoria promesso in diretta dal presidente del Consiglio durante la conferenza di fine anno. Imputare le colpe di Libero a tutta la stampa libera è purtroppo perfettamente in linea con gli insulti generalizzati per i quali Di Maio è a sua volta atteso da un consiglio di disciplina»

«Non mi sorprende Di Maio, che sicuramente non è analfabeta, ma illetterato, altrimenti saprebbe che terrone è termine colloquiale, scherzoso, senza valenze negative, come polentone - afferma Feltri - Nel nostro articolo non c’è alcuna connotazione negativa visto che diciamo come dal Sud hanno preso tante cariche, pur non contando un cazzo economicamente. Il problema - conclude Feltri - è che sono ignoranti come travi. Di Maio, se sapesse leggere avrebbe letto l’articolo della giornalista che è una leggermente calabrese, di Reggio Calabria, e non se ne vergogna. Inoltre la giornalista scrive anche “polentone” e nessuno si è lamentato».