Anche Rocchi ha voluto dir la sua nel momento critico del Napoli. Ha ignorato il fuorigioco di Icardi e dopo quattro minuti l’Inter era in vantaggio. Soddisfatto Mancini che alla vigilia, commentando le novità sulla moviola, ha precisato che lo strumento rivelatore (?) non gli piace: «Preferisco le decisioni dell’arbitro, anche se sbagliate ». Geniale. Illuminato. Preveggente. Eccolo, l’errore arbitrale servito su un piatto d’argento. E il Napoli, già depresso per i fattacci legati a Higuaín, si è piegato su se stesso, quasi annichilito, pronto a porgere l’altra guancia per il raddoppio di Brozovic, nonostante la buona volontà di Callejon e pochi altri mentre la difesa pareva tornata all’antico. Non c’è protesta che possa cambiare il vento contrario e anzi è il momento, per gli azzurri, di stringere i denti e cercare la forza di rinascere per salvare il posto in Champions diretto, non affidato agli sfigatissimi preliminari. Se più d’una volta, vedendo la squadra quasi miracolosamente maturare sotto le assidue cure di Sarri, le è stato chiesto di aggiungere a un gioco bellissimo un carattere più forte e una maggior cattiveria agonistica, l’occasione decisiva è questa, la prova della verità deve venire dai prossimi cinque incontri, a partire da Napoli- Bologna di martedí sera. I rossoblù gli han fatto il piacere di fermare la Roma ma nelle ultime ore - battuti in casa dal Torino - hanno mostrato di essere facilmente aggredibili. Ma da un Napoli forte e deciso, un Napoli tutto cuore e cervello che non si associ alla pur giusta protesta del popolo ma si affidi a se stesso, alle qualità che nessuno può negare e che lo hanno fatto protagonista del torneo. Potrà essere discusso e contestato, questo mio invito alla ragione dei forti, ma l’esperienza mi dice che solo mantenendo la calma si può arrivare al confronto diretto con la Roma e vincerlo, dopo aver recuperato la potenza e i gol di Higuaín senza lasciare per strada la grande bellezza di una stagione memorabile.