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Aspettando il voto in Abruzzo, l’Istat conferma: l’Italia cresce

Opinionista: 

Domenica tocca all'Abruzzo. Il centrodestra ci arriva sulle ali dei dati Istat, che confermano che l'economia italiana regge. Il Pil 2023 è cresciuto (+0,9%) più del previsto (0,6%), determinando il calo del debito dal 154,9% di Conte e dal 140,5% di Draghi al 137,3% di oggi. Frena la crescita dell'occupazione, aumentano, però, di ben 373mila unità i posti lavoro a tempo indetrminato. Ma anche del successo diplomatico della Meloni che, dopo 24 anni, di carcerazione in Usa, riesce a riportare in Italia l'imprenditore Chico Forte. Ovviamente, Schlein, Conte e l'intellighenzia sinistroide, “assicurano” che non è vero” e provano a “sviare” a proprio vantaggio il voto abruzzese, continuando a dire di aver vinto in Sardegna, che “il vento è cambiato” ed “ è finita la luna di miele fra Meloni e italiani”. Fossi in loro più che festeggiare per la vittoria mi vergognerei per l'ennesima brutta figura e lo scarsissimo sostegno offerto a Todde. E anche che la prima volta - dal 2015 ad oggi – che il cds perde la guida di una regione che governava, non è per merito loro, bensì della candidata, premiata massicciamente dal voto disgiunto. Un travisamente della realtà riuscito grazie ai media allineati bravissimi a mascherare i voti delle coalizioni enfatizzando al massimo quelli della corsa alla poltrona presidenziale. Provo, allora, a rimettere un po' d'ordine. La Todde (M5S-Pd) ha vinto, con 331.007 (45,4%) dei consensi, rispetto ai 328.241 (45%) del suo avversario Truzzu di FdI-FI-Lega. Ma il merito è tutto suo. Fosse stato per i suoi sostenitori, sarebbe uscita sconfItta. Il centrodestra come coalizione, infatti, ha portato a casa 333.612 (48,8%) voti di lista (+8,8%) rispetto alle Politiche 22 e + 6,2% in confronto ai 290.640 (42,6%) ottenuti da Pd-M5s che, tra l'altro, hanno anche perso il 6,2% rispetto alle ultime Politiche, quando la somma delle percentuali di voti alla Camera di: Pd 26.96% e M5S 21,80% era stata del 48,8%. Quindi, “la luna di miele continua” e gli italiani non hanno cambiato idea verso il governo. Certo “la pubblicità è l'anima del commercio”, ma se questi sono i risultati del voto in Sardegna, quella di Schlein, Conte, alleati e stampa amica è solo pubblicità ingannevole e bugiarda che i cittadini hanno punito col voto alle coalizioni in Sardegna e con il sondaggio in ottica europea, effettuato, dalla Ghisleri, dopo il voto sardo, che dà il centrodestra al 46,5%, il centrosinista al 19,6% e il M5S al 17%. Segno che gli italiani vivono nella realtà e hanno capito che in Sardegna, c'è stata una vincitrice assoluta: la Todde (su richiesta dei suoi corregionali, ha rifiutato il comizio di chiusura con Schlein e Conte) che ha aggiunto ben 40.367 (se fossero stati 35mila, sempre un tesoro, non sarebbe stata eletta) consensi personali ai 290.640 (42,6%) della coalizione, portando il totale a 331.007 e mezzo: il centrodestra che ha ottenuto 328mila voti totali, non pochi, ma insufficienti a far vincere il proprio candidato Truzzu che, contrariamente all'avversaria, ai voti delle liste non è riuscito ad aggiungere alcunchè. Purtroppo, ne ha ottenuti 5mila in meno. Per carità, che mettendosi assieme: Pd-M5S ed eventuali ammenicoli, possano anche vincere è fuori discussione. Per farlo, però, devono cancellare le criticità di che li dividono, eppure continuano a litigare e una strategia per vincere. Che non può essere quella di propalare fake news e bugie. Tipo: accusare la Meloni e il cdm d'incapacità, di fascismo e di far arretrare il Paese; aprire processi sommari alla polizia; utilizzare centri sociali e antagonisti per manifestazioni non autorizzate e aizzare gli studenti, contro la polizia, perché regisca e poi denunciare il “governo autoritario, di far manganellare i ragazzi”. Ma il centrodestra, deve, prima, smetterla di battersi il petto e fare mea culpa. In fondo, chi avrebbe potuto prevedere la debacle di Truzzu che nella città di Cagliari, di cui è sindaco e, presumibilmente, avrebbe dovuto essere la sua roccaforte, ha raccolto ben 17mila (fossero stati solo 13mila, comunque tanti per un sindaco in carica, avrebbe vinto) voti in meno della sua contendente. Il che fa temere anche per la sua rielezione a sindaco del capoluogo, dopo la bocciatura alla regione e, poi, evitare inutili scoramenti. Tanto più che da domani l'attende una nuova settimana in apnea per aiutare Marsilio a vincere in Abruzzo.