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Babygang: a scuola anche le Istituzioni

Opinionista: 

La “mattanza” impazza e giovani vite vengono falcidiate senza pietà. Si cerca di capire perché anche se lo si fa con colpevole ritardo. Alle sette del mattino, al giornale radio del Sole24ore, la cronista chiede al prefetto di Napoli perché tutte queste uccisioni. Singolare la risposta: perché nella camorra e nella malavita che imperversano nei quartieri non ci sono più leader carismatici, fra i clan non c’è più chi garantisce un qualche equilibrio. In sostanza il problema starebbe nel fatto che la camorra non sa più autogestirsi costringendo lo Stato a intervenire. Perciò, benedetti quei leader carismatici la cui scomparsa avrebbe determinato un pericoloso vuoto di potere che lo Stato, con le sue Istituzioni, non sa colmare. Sorprende ma non fa meraviglia questo sociologismo a buon mercato del prefetto di Napoli. Già a suo tempo Rosa Russo Iervolino, prima donna a sedere sul seggio più alto di Palazzo San Giacomo, quando morì Mario Merola ne abbracciò la bara, in piazza del Carmine, dolendosi apertamente che era morto “un guappo buono”. Non c’è che dire: la confusione non manca e forse converrebbe che anche alcuni vertici dello Stato tornassero a scuola per imparare i significati di parole come leader e carisma. A qualcuno di questi vertici Totò non esiterebbe a dire “parli come badi sa!”. *** Politica allo sbando. Di fronte alle nuove, drammatiche emergenze, i partiti annaspano. Sanno di essere responsabili anche loro di tanto degrado, ma non sanno come uscirne. Sanno solo accusarsi a vicenda. Inascoltate le voci, fra cui quella possente del cardinale Crescenzio Sepe, che sollecitano la politica a colmare quella che ormai a tutti appare una voragine di disattenzioni e di impegni non mantenuti. Al premier Matteo Renzi, che vuole “un’Italia guida dell’Europa”, una domanda: tutta l’Italia o solo una parte,visto che se ripresa c’è, sta tutta concentrata nel Nord? *** Demagistreide. Aprendo il convegno sulla responsabilità civile dei magistrati, in una sala gremita del Tribunale di Napoli, il Sindaco dichiara (spavaldamente alla Capitan Fracassa): «Non mi pento di essere un pregiudicato disciplinare con oltre cento procedimenti a carico». Unica differenza: Capitan Fracassa non portava la bandana né sulla fronte né sugli occhi. *** Raffaele Cantone sul Sindaco. «Per me è un ex amico», dice il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Ma per quanto riguarda Napoli? D’un fiato senza esitazione: «È l’ennesima grande occasione perduta. Di quell’entusiasmo del sindaco con la bandana mi chiedo che cosa sia rimasto». *** Sindaco cercasi. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, non ha dubbi. «A Napoli presenterò un mio candidato», afferma con decisione. Viva la franchezza. Ma s’era mai dubitato che i sindaci fossero sempre proprietà di qualcuno e non dei cittadini che li eleggono? *** Prefetture addio. In Campania quella di Benevento sarà accorpata ad Avellino. Come cambiano i tempi. Fino a poco fa, Benevento ambiva ad essere capoluogo di una nuova Regione che si sarebbe chiamata Molisannio. Ora deve accettare la subordinazione alla città irpina. Come dire: perde Clemente Mastella, vince Ciriaco De Mita. *** Sacra Rota. Basta con il business dei matrimoni, dice Papa Francesco. I procedimenti saranno più valoci e a costo zero. Ma una Ruota così è difficile che possa ruotare a vuoto e senza profitto visto che non c’è automatismo fra nullità delle nozze e scioglimento dei matrimoni. Una Ruota sacra e miracolosa. A uno dei suoi avvocati più prestigiosi, monsignor Umberto Tramma diventato poi vescovo di Nola,venne riservato il premio di morire sul sagrato di San Pietro mentre andava a baciare la mano a Giovanni Paolo Secondo.