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C’è tanto volontariato nel Covid abbandonato

Opinionista: 

Il terzo settore e il volontariato sui media e nei discorsi pubblici della politica è osannato, elevato alla ennesima potenza di assoluto e indispensabile bisogno, per l’azione di sostegno e di proposizione rispetto ai bisogni dei più bisognosi. Tra tali soggetti anche il Movimento Cristiano Lavoratori, quale associazione di promozione sociale è stato impegnato in iniziative a favore degli anziani in piena emergenza Covid-19. Purtroppo anche il decreto-legge cosiddetto “rilancio” ha di fatto dimenticato così come il decreto “Cura Italia” l’intero terzo settore, che è tagliato fuori da ogni tipo di sussidio o di fondi per l’emergenza, nonché bonus, limitandosi a un semplice mero rinvio delle scadenze tributarie al pari delle imprese. Così come anche molte Regioni nel prevedere contributi vari (fitto, attività artigianali ecc.) non hanno fatto da meno con un miopismo assolutamente inaudito. Se si ferma il terzo settore siamo nei guai! Il mondo del non profit è allo stremo, è messo a dura prova dall’emergenza sanitaria in cui ha investito tutte le risorse disponibili. Il Governo istituisca subito un “fondo nazionale per il sostegno ai soggetti del privato sociale”, durante il percorso parlamentare di conversione del Decreto Rilancio varato in questi giorni. Le reti di solidarietà del terzo settore italiano finora hanno retto ma adesso sono in enorme difficoltà. Lo Stato da solo non basta, ha bisogno del contributo operativo del non profit per fronteggiare gli effetti di questa crisi di cui non si vedono ancora tutte le implicazioni. Le nostre organizzazioni stanno ricevendo centinaia di migliaia di richieste di aiuto soprattutto di anziani e poveri. È sotto gli occhi di tutti che l’attuale crisi sanitaria e le misure adottate per contrastare la diffusione del virus ci stanno portando verso una crisi economica e sociale mai vista in passato. Le disuguaglianze aumentano, la disoccupazione esplode e la povertà raggiungerà nel nostro Paese livelli senza precedenti. Dobbiamo prepararci sin da oggi ad affrontare la situazione che si presenterà tra qualche mese. Occorre dare più spazio e più sostegno alle reti del volontariato e dell’associazionismo del terzo settore. Da tempo riteniamo che il terzo settore, che è terzo (e ultimo) di nome e di fatto, venga trattato in maniera disgustosa dalle istituzioni e dai politici. Il motivo di tale trattamento è nella sua divisione. Non esiste una rappresentanza unita che possa far valere i diritti delle associazioni nelle sedi che contano. Le associazioni, proseguendo la linea che abbiamo già portato avanti nel passato di equiparare il terzo settore, sempre ultimo per interesse politico, ai primi due settori produttivi. Perché le associazioni, e si è visto anche in questi momenti di crisi, sono la spina dorsale delle nostre comunità e non capisco il motivo per cui debbano essere sempre considerate come “diversamente importanti”. Utili quando la politica può prendersi visibilità e onori, dimenticate quando bisogna riconoscere loro qualcosa, soprattutto di economico. Intanto nell’attesa di norme, la sofferenza aumenta, i fitti non si riescono pagare, le utenze rinviate, l’assenza di ogni attività per gli utenti (teatro amatoriale, riunioni tematiche, giochi amatoriali) impossibili di realizzare, difficoltà di ogni tipo . Non ci resta che lanciare un appello alle istituzioni, come Mcl, affinché non ne parlino soltanto del terzo settore del ruolo fondamentale che occupano, ma si ricordino di aiutarle e sostenerle altrimenti con l’autofinanziamento dei soci hanno poche speranze di svolgere in modo proficuo il ruolo di supporto per la società civile e auspichiamo un pronto intervento normativo nel quadro generale della difficile e paziente ripresa, dalla guerra invisibile che stiamo ancora combattendo.

*vicepresidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori