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Cammino più faticoso per la premier Meloni

Opinionista: 

Cominciano a sentirsi, su e intorno a Palazzo Chigi, fragorosi “fulmini a ciel sereno”. Questo “idiomatico”, antico modo di dire, significa che quando tutto sembra andar bene, a gonfie vele e sotto controllo, all’improvviso può succedere qualcosa di sconvolgente. Così per il 68esimo Governo della Repubblica, primo della 19esima legislatura. Dopo 120 giorni di navigazione avviata il 22 ottobre 2022, le calme onde tirreniche accennano a diventare, inaspettatamente, alquanto “marose”.

SPINTA REGIONALE. La scontata vittoria del Centrodestra in Lombardia e Lazio, è andata oltre il previsto. Netta l’affermazione della premier Meloni. Con il 25,2 per cento, in Lombardia i Fratelli d’Italia superano salviniani e berlusconiani che arrancano per arrivare insieme il 23,9. Distanza maggiore nel Lazio dove i meloniani conquistano il 33,9 lasciando i 2 “alleati” al 16,1. Davanti a questi dati, si sono immaginati i musi lunghi di Salvini e Berlusconi dietro le loro maschere di “obbligata” euforia. Per il Cav. è il colmo trovarsi “stracciato” da una donna; per il vice premier leghista un duro colpo al “demone del potere” incorporato in lui. Con alto gradimento alla persona (così i sondaggi), le mani di Giorgia si “allungano” su 2 capitali: Milano economico-finanziaria, Roma politicogovernativa.

NUBI ALL’ORIZZONTE. Hanno la “pancia gonfia” (in arrivo devastanti bombe d’acqua?) e tutt’intorno scie grigionere. L’astensione-record degli elettori è sconfessione della politica. Rispetto a 5 anni fa, la Lombardia passa da 73,1 a 41,6; il Lazio da 66,5 a 37,1. Per tutti la “spiega” di Giuseppe De Rita che presiede il Centro studi investimenti sociali (Censis): ”Urne deserte perchè la vita è altrove e la politica non è più affidabile”. È come dire che alla premier spetta ancor più, ora, un doppio compito: governare il Paese in un difficile contesto internazionale, e riqualificare l’idea della politica a tutti i livelli istituzionali.

AVVERSARI MA NON TROPPO. Dalla sua Giorgia Meloni ha toni meno aggressivi, quasi “concilianti e collaborativi”, dai competitors (raramente accaduto nella storia ministeriale del nostro Paese). Enrico Letta, segretario ancora in carica del Pd: ”Sulle questioni economiche la premier è meglio di quanto ci si aspettasse”. Stefano Bonaccini, possibile nuovo leader: ”Giorgia non è una fascista e sta dimostrando capacità”. Per Carlo Calenda (divide il terzo Polo con Renzi), contano i successi a Milano e Roma “perciò basta così”. Voce discorde nel Centrosinistra è Elly Schlein che ambisce a sostituire Letta: ”Non bisogna lodare la Meloni, è nostra nemica...”.Una conferma che, soprattutto in politica, “le donne non amano le donne”.

“ALLEATI” MOLTO PERICOLOSI. Il primo “scossone” al Governo, è di Berlusconi: ”Io premier, non avrei mai parlato con Zelensky”. Da sempre filo-putiniano, ora il Cav. è sostenitore sfegatato di chi ha aggredito l’Ucraina. Unica via d’uscita: resa incondizionata e niente più sostegni a Kiev. Mentre Salvini si cuce la bocca (ma si sa che “chi tace acconsente”), la premier (giunta in Ucraina in contemporanea col presidente Usa Biden), è di poche parole: la linea del Governo non cambia. Solidarietà piena a Zelensky. Conseguenze invece al Parlamento europeo: Berlusconi “scaricato” dal Partito popolare il cui presidente Weber annulla il convegno (7-9 giugno) a Napoli.

MALE PER 2 SOTTOSEGRETARI. Andrea Del Mastro (Giustizia) indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. Ha detto cose al deputato Giovanni Donzelli (vice presidente Copasir) che ne ha fatto uso (vicenda Còspito) per porre in cattiva luce 4 deputati del Pd (“siete dalla parte dello Stato o dei terroristi?). Inquietante anche il caso della sottosegretaria Alessandra Montaruli (Università). Si è dimessa per una condanna passata in giudicato. Aveva usato 41 mila euro regionali del Pimonte per abiti, gioielli e borse. Particolare intrigante: tra gli acquisti contestati anche il libro “Sexploration” sull’esperienza del sesso “che fa diventare le coppie stanche e annoiate”. Forse la giovane parlamentare riteneva che anche questo aspetto della sessualità rientrava nella “educazione istituzionale” (non diceva Freud che il sesso è il principale regolatore della nostra vita?). Purtroppo gli arcigni Cassazionisti sono stati di diverso pensiero....