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Comune di Napoli, è ora di voltare pagina

Opinionista: 

Alla riapertura della città una serie di interrogativi si pongono alla nostra attenzione e riguardano la reale capacità amministrativa da parte della Amministrazione comunale di Napoli di gestire questo delicato momento. L’emergenza sanitaria e sociale ha generato gravi difficoltà e l’uscita dall’emergenza potrebbe essere l’occasione per migliorare la condizione complessiva della città anche iniziando a rendere strutturali alcuni piccoli interventi come la pulizia sui mezzi pubblici, rendendo gli standard di pulizia straordinaria di questo periodo, ordinari; promuovere lo smart working a rotazione anche con l’adozione di apposite O.S.; favorire, anche stipulando apposite convenzioni, le lezioni on-line nelle università; istituire un fondo comunale antiusura per garantire prestiti a tasso zero ai cittadini in difficoltà, la digitalizzazione dei servizi e ad un rafforzamento del sistema scolastico. Quello che ovunque sarebbe possibile, realizzabile, qui diventa impossibile a causa di un sindaco e di una Giunta che anche nella gestione della fase emergenziale hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza a governare una città difficile e complessa come Napoli. In altre città, anche in questi momenti, le amministrazioni si stanno interrogando su come far ripartire l’economia, sulle politiche urbanistiche, sul degrado delle periferie, sul risanamento ambientale, sulla rigenerazione dei centri storici. Per de Magistris, invece, tutto è affidato al sole ed al mare che, a suo dire, salveranno la città, ma anche ai più sprovveduti questa dichiarazione appare irresponsabile soprattutto se l’ex magistrato pensa ad un turismo che nel breve non tornerà. A questo bisogna aggiungere la situazione economica enormemente deficitaria del Comune, un disastro che a fine 2016 aveva già superato i due miliardi e mezzo di disavanzo, e che più volte è finita nella lente di ingrandimento della magistratura contabile. Una situazione certamente aggravata dalla dissennata gestione degli ultimi nove anni di de Magistris. Non va meglio per il sistema della società partecipate da Palazzo San Giacomo, una situazione tale da mettere in dubbio, per i prossimi mesi, perfino il pagamento degli stipendi, senza contare che questi enti non hanno mai garantito servizi di qualità ai cittadini e non sono mai stati interessati da seri interventi di ristrutturazione aziendale con una emorragia continua di risorse. Il Comune è tecnicamente già in dissesto e sarebbe doveroso da parte del sindaco, come atto di responsabilità, dichiararlo subito, per evitare che i napoletani continuino a pagare tasse e tariffe più alte d’Italia dovendo, contemporaneamente, subire l’azzeramento dei servizi pubblici locali a cominciare dai trasporti. Effetto nullo avrà, infatti, anche la delibera che secondo l’annuncio del sindaco avrebbe cancellato i debiti accumulati negli anni dalle passate gestioni e quelli prodotti dall’amministrazione arancione, con il risultato che de Magistris è entrato a Palazzo San Giacomo con un debito alto e ne sta per uscire con uno triplicato. Nel frattempo gli equilibri politici all’interno della assemblea comunale ed il recente passaggio ad Italia Viva di due suoi componenti vede al momento il sindaco non avere più, sulla carta, il sostegno della maggioranza dei consiglieri per cui sarebbe auspicabile che nell’interesse della città si procedesse a mandare a casa, finalmente, de Magistris ed a porre fine a questa agonia politica, consentendo nuove elezioni da svolgersi, magari, insieme alle Regionali. Ma i consiglieri di opposizione metteranno davanti a tutto l’interesse della città? Capiranno che continuare ad andare avanti in questo modo significa solo aggravare i problemi? Il Capogruppo e portavoce cittadino di Fratelli d’Italia, Andrea Santoro, ha già dichiarato che i due consiglieri del partito di Giorgia Meloni sono disponibili a firmare e votare da subito una eventuale mozione di sfiducia. A quando la disponibilità degli altri?