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Covid, manca solidarietà da parte delle Istituzioni

Opinionista: 

È ben vero che sono tendenzialmente pessimista, ma fin quando non si sarà raggiunta la cosiddetta indennità di gregge resto prudente e guardingo, pur essendo vaccinato. Mi associo al partito di coloro – specialmente medici e scienziati – che invitano alla cautela e a non pensare che l’abbassamento graduale della guardia sconfigga di per sé la pandemia. Il virus come ho letto in un articolo della rivista “Left” è ancora al lavoro, titolo dal doppio senso, giacché si fa riferimento alle infezioni contratte sul lavoro che rappresentano il 5,4% del totale dei contagi e quelli letali oltrepassano le 500 unità. Ma i numeri sono ben altri, giacché nelle statistiche ufficiali dell’Inail non compare il cosiddetto lavoro sommerso. Ma compare la triste statistica dei medici morti, 358 sinora, più che in ogni altro Paese europeo e si tratta di statistiche dell’Inail ferme al 28 febbraio. Se poi guardiamo alle statistiche della Organizzazione Internazionale del Lavoro (OiL) si registra un aumento della disoccupazione che va dai 5,3 a 24,7 milioni di persone e le ultime rilevazioni Istat ferme al dicembre 2020 segnalano ben 444.000 posti di lavoro persi in un anno. Si raccomanda poi l’aggiornamento costante della valutazione del rischio che invita alle proprie responsabilità i datori di lavoro, per eliminare o almeno ridurre al minimo l’eventuale rischio per i lavoratori e, se possibile, adottare modalità di lavoro a distanza. Ho letto di recente una intervista al prof. Aldo Morrone, direttore scientifico dell’istituto San Gallicano di Roma che manifesta tutto il suo scetticismo, facendo ricorso ad una frase famosa di Sant’Agostino: “Ci sembra di svuotare il mare con un secchiello”. L’intervista segue a ruota il congresso scientifico internazionale, patrocinato dal Parlamento europeo e dalla regione Lazio, dal titolo “Covid 19 tra Nord e Sud del mondo”. Il prof. Morrone insieme con i colleghi del Regina Elena ha iniziato la campagna di vaccinazione per malati oncologici, ematologici o affetti da altre malattie molto serie. Ma Morrone, col suo operato e diuturno impegno, si sta adoperando per porre riparo alla presenza in Italia di circa 500.000 invisibili, clandestini, apolidi, Rom e Sinti. Si è cercato comunque di porre rimedio a questa situazione vaccinando circa 2.000 persone tra l’ospedale di Morrone e il colonnato di San Pietro, con i farmaci forniti gratuitamente dalla Farmacia vaticana. Amare e sconsolate alcune affermazioni conclusive dell’intervista. “Quello che manca è la solidarietà da parte delle istituzioni: come si fa a pensare di combattere una pandemia, cercando di risolvere solo i problemi del proprio comune, della propria provincia o Regione. Qui non si tratta più di mancanza di solidarietà, ma di una visione antiscientifica”. Morrone non nasconde il suo scetticismo e parla di sindemia, cioè la conseguenza di un dilagare incontrollabile della pandemia, il diffondersi di un insieme di patologie non solo sanitarie, ma anche sociali, economiche, psicologiche, dei modelli di vita, di fruizione della cultura e delle stesse relazioni interumane. “Ecco, ci sono momenti della storia – conclude il prof. Morrone – in cui non si può che salvaguardare vite umane. Poi si potrà pensare ai profitti”.