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De Magistris canta Santa Lucia “luntana”

Opinionista: 

Tra le frasi più celebri, ricche di saggezza popolare, ce n’è una in cima a tutte, più che attribuita a Trapattoni, meglio dire, sgorgante dalle sue labbra come un fiotto di personalissima vitalità, da monito per “spacconi e fanfaroni”. Dice: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, cioè non cantare vittoria prima del tempo, e molto altro ancora, sulla scia del famoso decurtisiano “parli come bada”, che invita a misurare le parole. Tutto questo ci è venuto in mente nel sentire l’annuncio del sindaco de Magistris, con cui ha voluto rendere noto che alle prossime elezioni regionali non si presenterà. Non sfiderà più De Luca nella corsa a Palazzo Santa Lucia ma continuerà a fare il sindaco di Napoli fino alla scadenza del mandato. Canticchiando forse con presumibile malinconia: “Santa Lucia luntana”. Ma come? Abbiamo passato mesi, qualche anno a sentirgli dare il benservito al Governatore, a prepararsi armi e bagagli per uno sfratto certo, legato alla sua trionfale conquista della Regione e poi che fa? Si ritira. Manda a monte la sua ennesima rivoluzione civile? No, una rinuncia così da neo “Archiloco”- il poeta che gettò lo scudo alle ortiche, per un calcolo, ribaltando il concetto omerico della sfida, in sé sempre onorevole, anche se si perde - fa a pugni con l’epica di tutti coloro, che si sono costruite fortune politiche menando fendenti, a destra e manca, da ergersi a nuovi eroi, come il nostro sindaco. Nei giorni delle recenti Universiadi, per questa permanente corrida si sono paventate corrusche conseguenze. Era tale la sua voglia nel dover disarcionare il “Governatore” da fare temere la tenuta della “pax olimpica” e da farci provare oggi fastidio per una sfida, che non era altro che un “fuoco di paglia”. La verità è che una cosa è l’annuncio di una sfida e tutt’altra è affrontarla con credenziali di progettualità credibili, inesistenti nel caso de Magistris. Questo esito era prevedibile: non abbiamo mai creduto che ciò che si è stati incapaci di fare per Napoli si sarebbe potuto invece fare alla Regione. Non si governa con le chiacchiere. Ora il sindaco dice “resterò al mio posto” e, per darsi coraggio, ricorda a se stesso: “Io non ho alle spalle alcun politico né apporti ma non sono isolato . Se sei isolato non si governa otto anni a Napoli”. Appunto. Noi, come larga parte della città, pensiamo il contrario, e cioè che se questa storia finisce così, male, è perché, senza accorgersene, de Magistris si è, a conti fatti, isolato, non riuscendo a governare. Affermare ora, per trovare attenuanti a un declino inesorabile, “che a Napoli si è creata una connessione con la gente, che si è presa cura della città, e si è investito”, oggettivamente è un’altra leggenda, che non trova riscontri. A meno che questa cura non la si voglia vedere nella grande… “rivoluzione civica e civile” della “Movida”. Su cui è meglio tacere.