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A Destra e a Sinistra due “centri” in affanno

Opinionista: 

Poche e trepidanti ore dal piccolo, grande “giudizio universale”: quello delle urne (e si vorrebbe che i cittadini vi guardassero con più fiducia visto che da questo straordinario rito della democrazia rappresentativa dipende qualcosa di molto importante per la qualità della nostra vita). Si auspicherebbe che i cittadini entrassero nei seggi con un’idea precisa sulla scelta da fare dopo aver seguìto partiti e candidati nei loro giri elettorali, dopo aver letto e ragionato sui programmi esposti, aver percepito bene le visioni programmatiche di ogni schieramento. Ma chiediamoci subito: tutto questo è stato possibile o ci resta tutto quello che si auspicava e che ancora caparbiamente si auspica (spes ultima dea…) a cinque giorni da domenica 3 ottobre?

*** QUALCOSA DA RIMUOVERE. Non la prassi della campagna elettorale, ma il modo (che dantescamente “ancor ci offende”), per come si è svolta. Per quanto caotica sia stata la presentazione delle liste, si può giustificare il mercato di nomi e personaggi di chi è rimasto fuori? Si sono ritrovati sulla stessa strada il “voto di scambio” e la corsasfida, a suon di euro, di chi (per i voti messi in libera uscita), poteva comprarne di più. Si può giustificare una caccia così forsennata ed esasperante che spinge galoppini senza remore fin dentro ospedali e scuole (escluse le materne, le elementari e le medie ma solo perché lì non si vota…) pronti a registrare nomi e cognomi dei potenziali, “fidati” elettori? Il problema è che la politica, fondata sui partiti, è diventata tanto “liquida” da non avere più un “centro direzionale” da cui possano dispiegarsi visioni meno estemporanee e occasionali. I due schieramenti, ora alla conquista di Palazzo San Giacomo, ne pagano le conseguenze e non solo dal profilo etico-morale.

*** CENTRODESTRA. I “tre leader” sono venuti a Napoli separatamente e tutto hanno fatto tranne che incontrarsi con Catello Maresca (al punto da metterne in crisi la rappresentatività). Prima la questione dei simboli, poi la sciatteria nel presentare liste e candidati; non ultima, per carica divisoria, la spartizione delle Municipalità. Era proprio necessario stare per così tanto tempo coi musi lunghi nell’incapacità di trovare un chiarimento sui concetti di simboli, partiti e civismo? In realtà è venuta allo scoperto, a Napoli, la rivalità tra Salvini e la Meloni sul problema della leadership (con “Io sono Giorgia” pronta a sostenere che non ci può essere intesa tra chi sta la Governo (Salvini) e chi sta all’opposizione (Meloni). Quanto può durare la pace che sembra “scoppiata”, in zona Cesarini, tra la Lega che con Giorgetti pare intenzionata a voler tornare “padana”, i “Fratelli d’Italia” e quella “Forza Italia” che, senza un Berlusconi protagonista, sembra destinata alla irrilevanza?

*** CENTROSINISTRA. Le molte liste presentate fanno pensare a Ennio Flaiano quando diceva che in tanti sono sempre pronti “ad andare in soccorso del vincitore” (qui peraltro presuntivo). Ma la fretta attenua controlli e rigore selettivo. Così ci si può trovare fra i piedi una cantante neomelodica che inneggia all’omertà come “strada che per forza si deve prendere”, con un figlio che dice alla madre “è santa e vita e l’aggia rispettà”. Alla (inusuale) decisione di sottrarsi a confronti diretti con gli altri candidati, Gaetano Manfredi deve aggiungere lo “scivolone” (provocato solo da troppo zelo partecipativo?) di un docente della Federico II che, utilizzando la mail istituzionale dell’Università, sollecita i colleghi a sostenere l’ex rettore. L’elenco di chi sottoscrive in anticipo il voto favorevole “sarà consegnato al candidato Sindaco”. Non manca, infine, una signora che, a sua insaputa, si ritrova candidata in due liste una delle quali, per involontaria ironia, parla di “Risorgimento democratico”!

*** ARCIVESCOVO IN CAMPO. Rispettoso dei ruoli e del tutto equidistante, Don Mimo Battaglia afferma che “Napoli è una pagina di Vangelo” e che chi la sfoglia “non deve avere desiderio di potere e di dominio”. Dovrà indossare “il grembiule del servizio amorevole e gratuito”. Un messaggio molto preciso e stimolante. Ma c’è da chiedersi: ci sono, a Napoli, vie di Damasco, quelle delle improvvise folgorazioni e dei credibili pentimenti?