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Dove ci porta il partito degli irresponsabili?

Opinionista: 

C’è nel nostro Parlamento un partito trasversale che, da destra a sinistra, trova ospitalità in tutti gli schieramenti. Lo potremmo definire “il partito degli irresponsabili”, vale a dire di coloro che antepongono i loro interessi, personali o di gruppo, ai più generali interessi del paese senza rendersi peraltro conto che, inevitabilmente, a non lunga distanza di tempo, le accresciute difficoltà del paese finirebbero con il ripercuotersi anche su di loro e sul loro gruppo. Questo “partito-ombra” ha i suoi leader; ne fanno parte deputati e senatori e ha una forte sponda nella Cgil della Camusso. Potrebbe avere come slogan il vecchio “tanto peggio, tanto meglio”, perfetta sintesi del loro programma d’azione che si concretizza, in pratica, nel dire sempre e soltanto “no” a qualunque proposta. Non è nostra intenzione contestare i diritti dell’opposizione. In una democrazia il ruolo dell’opposizione è fondamentale. Possiamo anche tranquillamente affermare, senza scoprire l’acqua calda, che se l’opposizione non c’è, non c’è democrazia e che, quando l’opposizione funziona male, la democrazia è zoppa. Se dalle considerazioni d’ordine generale, tentiamo di calarci nella situazione specifica del nostro paese, non possiamo non giungere alla conclusione che il difetto di fondo del governo di Matteo Renzi è probabilmente proprio questo: di non avere una reale opposizione, ovvero un’opposizione capace di liberarsi dalle secche di una sterile protesta, per diventare un’opposizione di proposta e di alternativa. Rivelatore di questo modo sbagliato d’intendere il compito dell’opposizione è l’atteggiamento assunto nei confronti delle riforme. Quando sentono parlare di riforme, i militanti del “partito degli irresponsabili” assumono – metaforicamente, s’intende – lo stesso atteggiamento che Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del terzo Reich, diceva di assumere nei confronti della cultura (o, forse, più precisamente, degli intellettuali). Portano cioè, istintivamente, “la mano alla pistola”. Dicono “no”, sempre e soltanto “no”. Ora dobbiamo rilevare – anche se, di fronte a questa affermazione, il primo ad insorgere è proprio il presidente del Consiglio – che le riforme ci sono caldamente suggerite (preferiamo, per carità di patria, non dire “brutalmente imposte”) da quella Unione europea alla quale abbiamo indissolubilmente legato il nostro destino. È certamente possibile non accettare acriticamente i diktat della Ue, ma dire aprioristicamente no alle riforme, spesso senza neppure valutarne il merito, è da irresponsabili. E da irresponsabili, per restare nell’attualità, è anche l’atteggiamento assunto da alcune forze politiche sul cosiddetto “nodo pensioni”. La vicenda è fin troppo nota: la Corte costituzionale ha clamorosamente bocciato il blocco della indicizzazione delle pensioni previsto dalla legge Fornero, all’epoca del governo di Mario Monti. Stando alla lettera, dunque, il governo dovrebbe restituire ai pensionati quel che è stato loro tolto. E’ possibile far questo senza far saltare i parametri che ci legano all’Europa ? No. Equità vuole, però, che venga trovata una soluzione di compromesso (non criminalizziamo questa parola) che venga in qualche misura incontro alle giustificate richieste dei pensionati, ma ci eviti la bancarotta. Se in una famiglia accade un “guaio” di questo tipo, ci si riunisce tutti attorno a un tavolo e si cerca il modo più indolore per farvi fronte, salvando, per dirla con una frase banale, capra e cavoli. È nella ricerca di questa soluzione che i partiti dell’opposizione (e i sindacati) dovrebbero impegnarsi se non vogliono assecondare l’indubbia tendenza di Matteo Renzi alla politica del “faccio tutto io”. Ma il “partito degli irresponsabili”, del quale fanno parte molti di coloro che, in Parlamento, approvarono la “sciagurata” legge Fornero, limita il suo contributo ad un apodittico: i soldi vanno dati ai pensionati tutti e subito. Alcuni amici, di ritorno dalla Grecia, ci hanno raccontato di aver assistito, nella capitale di quel paese, a scene che fanno stringere il cuore: uomini e donne dall’aspetto di distinti borghesi, che s’appressavano ai cassonetti della spazzatura, approfittando delle ombre della sera, per ricavarne un po’ di cibo. Stiamo attenti, perché la Grecia, con buona pace del partito trasversale degli irresponsabili, è vicina. Più di quanto si creda.