Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Giletti fa il flop dell’anno in Rai e tratta con Rete4

Opinionista: 

Nei corridoi della televisione pubblica c’è chi festeggia: è il folto gruppo di protagonisti delle tre reti (in buona misura, componenti della generazione d’avanguardia macinaascolti, che occupa stabilmente la fascia del day time) incomprensibilmente dimenticato da Massimo Giletti e dagli autori de “La TV fa 70”. La motivazione è incontestabile: la serata “non-omaggio, nonevento” è adesso destinata agli annali della televisione, ma miseramente conteggiata negli elenchi dei flop storici di mamma Rai, in virtù di un miserrimo riscontro all’Auditel (2 milioni e mezzo i telespettatori radunati). Effetto fuga dal piccolo schermo? Niente affatto: la verità sta altrove. Il genetliaco di “nonna” Rai avrebbe meritato una cerimonia adeguata. Più giusto: sarebbe stato degno - quanto meno - di una celebrazione mai pervenuta. Il guazzabuglio di Giletti ha, invece, compresso un tortuoso talk show con un farraginoso proto-varietà da fiera in un magma catodico, involuto al punto di spezzettare incoerentemente il filo della narrazione. Il racconto dei 70 anni di Rai (un’occasione, con ogni evidenza rara, per narrare la supremazia della comunicazione) è apparsa svogliato, appesantito, piatto, cervellotico. Spezzettato e soprattutto più volte disallineato. In specie allorquando la scelta autoriale ha virato verso i luoghi e i modi di Maria De Filippi, mai “neppure contattata dai vertici Rai” per l’accensione di una fattiva collaborazione. Logico che, adesso, ai piani alti di Viale Mazzini ci sia chi ammetta una stato di preoccupazione crescente. La grande prova generale per il ritorno alle reti pubbliche del giornalista dell’”Arena” ha innegabilmente fatto sboom. Per gli ascolti deprimenti, ma soprattuto per la qualità non pervenuta. Ed è un crash che, proporzionalmente, vale l’allontanamento di Pino Insegno dall’Eredità, consumato per analoghe cause. Ad avvelenare la polpetta c’è pure il valore intrinseco del prodotto assegnato alla mente creativa di Massimo Giletti: non un tele-scherzetto in access prime time della seconda rete (come accadde a Insegno), ma l’accadimento di maggior rilevanza annotato nel palinsesto della prima rete. Il malcontento, insomma, sarebbe diffuso. Al punto che - da quanto filtra - Giletti avrebbe attivato contatti anche con Mediaset, per l’occupazione dello slot domenicale di prima serata.