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I transfughi tra politica e... società civile

Opinionista: 

Proprio in questi giorni postpandemia, si è vista ancora una volta l’ennesima fuga da un partito all’altro cavalcando l’onda felice dello “sceriffo” che è diventato quasi l’unico in grado di risolvere tutto e di tutto. È notizia di questi giorni che il professor Severino Nappi transitato da Forza Italia alla Lega di Salvini, la dottoressa Flora Beneduce passa con il governatore De Luca, Clemente Mastella, la cui moglie è senatrice di Forza Italia, annuncia il sostegno al governatore uscente con una lista, e via dicendo. Ma probabilmente da qui a fine luglio altri annunci di trasfughi seguiranno, come succede in prossimità di qualsiasi competizione elettorale. Pur rispettando le idee di ognuno e la libertà di pensiero, mi chiedo se la base elettorale sia stata consultata o i cosiddetti grandi elettori siano d’accordo. Una volta le ideologie avevano il sopravvento sulla ragione. Oggi le idee, come quelle di Platone, si materializzano sul piatto del cittadino come ologrammi. Incentivi come miraggi, acqua per pochi, forse nessuno. Chi lo sa. Condizioni tante che pesano come la libertà perduta. Proclami, decreti, leggi, decreti attuativi, interpretazioni, procedimenti. La procedura informatica, l’app o l’applicazione - che dir si voglia - eccola è arrivata: ma non accedo! Ecco, adesso ho la password ma non ho il requisito. O forse ce l’ho, per la vita ma non per una graduatoria in cui rimarrò come un granello di sabbia in fondo alla clessidra. Programmi lungo termine “no”, iniziative spot, come un giro su facebook e poi domani si vedrà. Ogni tanto qualcuno dice tutto e il contrario di tutto. Poche ore per passare dal nero al bianco e ritorno. L’emergenza Covid è stata la dimostrazione di come interessi e ragionamenti astrusi prevalgono sull’evidenza semplice. In fondo i bisogni umani sono sempre gli stessi: una vita dignitosa e tutto ciò che ne discende. Un lavoro, un reddito, una casa, la salute, la socialità e un orizzonte aperto che è la possibilità di migliorare se stessi e la propria condizione, per sè e per i propri figli. In ogni dimensione: personale, culturale, sociale, religiosa, lavorativa, familiare. E intanto la burocrazia vestita del suo appeal lascia sgomenti. La politica è sempre più lontana dalla società civile, ingannata tra lotte di potere, spesso intestine, che non hanno al centro la polis, ma se stessi o pochi intimi, cieca rispetto ai bisogni quotidiani al mondo cattolico e non solo, ai valori basilari che ci hanno portati almeno fino ad oggi in una apparente o forse sbiadita democrazia parlamentare. Leggo un giornale, anzi un blog - che fa figo - e vedo la realtà attraverso un orecchio di Dionisio, come suoni distorti, forse vedo male: colori miscelati dalle forme ambigue. Volevo un po’ di tono e hanno gridato colori sgargianti, ma alla fine sempre grigio viene fuori. Grigio dalle mille sfumature. “Chi erano costoro che non li riconosco?”. Dove sono finiti i miei valori di un tempo? Dov’è finito il tempo dedicato ai miei valori! A chi potremmo affidarci se non ad essi. Si avvicina il tempo dei conti, tra smarrimento, incoerenza, brama di potere, si alzano i coltelli, volano accuse che si placano solo oltre le urne per tornare di moda al prossimo giro. Tra poco si ricomincerà ad alzare la voce per l’interesse di turno, ad accusare l’uno o l’altro a seconda degli interessi in gioco, dimenticando sempre gli elettori, che assumono sempre più la funzione di... servitori della “casta”, chiamati all’occasione per la necessità del bisogno.