Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

I viaggi della speranza dei nostri giovani

Opinionista: 

Se vostro figlio ha fame e reclama del cibo, per soddisfarlo gli portate un bel libro di ricette o gli servite di corsa una pasta al pomodoro? Credo che ciascun essere senziente e dotato di un minimo di buon senso correrebbe ai ripari mettendosi ai fornelli e preparando qualche buona pietanza. Non sembrano essere della stessa idea i ministri Provenzano (Mezzogiorno) e De Micheli (Infrastrutture) che, pur di guadagnare qualche titolo di giornale e dieci secondi di attenzione, si sono catapultati ad annunciare l’ennesimo piano straordinario per il Sud, fatto delle solite liste di stanziamenti nazionali e comunitari, provvedimenti speciali per accelerare la spesa, comitati su comitati, task force, delta force, commissari, ispettori , macchinisti, fuochisti e uomini di fatica (come dice Totò nella indimenticabile scenetta del Wagon Lit). Strade, porti, ferrovie, ricerca, interventi ambientali, sostegno all’industria e al turismo: lo sviluppo del Monopoli, visto che quasi tutto resta sulla carta, travolto da una valanga di imprevisti e probabilità. Che ci portano a registrare dati agghiaccianti se non ridicoli , come quelli contenuti in una recentissima relazione inoltrata dal ministro Provenzano  alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nella quale il capo del Dipartimento per le Politiche di Coesione ( nome altisonante per una montagna che partorisce topolini) certificava che a fronte di 31 miliardi stanziati a favore delle Amministrazioni centrali a favore di interventi nel Mezzogiorno per il periodo 2014-2020  i pagamenti effettuati al 30 giugno 2019 ammontavano alla bellezza di 109 milioni , insomma l’1,92 per cento del totale. Le Regioni avevano fatto invece molto meglio, attestandosi al 3,25 per cento di spesa, 256 milioni su 12 miliardi di stanziamento. Record mondiale, invece, per le Città Metropolitane, che arrivavano addirittura al 4,05 per cento, avendo erogato ben 79 milioni su 2,3 miliardi di disponibilità.   Il racconto che viene fuori dalle tabelle spinge all’incredulità se non alla rabbia. Si risale addirittura al periodo di programmazione 2000-2006, per scoprire che a tredici anni dalla fine di quel ciclo finanziario, restano da spendere ancora 6 miliardi di euro. Dove sono i progetti? Dove sono i bandi? Dove sono i cantieri? Chi sono, come si chiamano (nomi e cognomi) i responsabili di questo conclamato fallimento? Sarà difficile scoprirlo, in un Paese nel quale l’omissione di massa è una regola praticata, tollerata e accolta.   Intanto, proseguiranno i viaggi della speranza dei nostri giovani, accompagnati dalla stridula musichetta dei soliti politicanti che recitano ricette senza aver mai messo piede in cucina.