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I virus scomposti di una città difficile

Opinionista: 

Le matrici delle violenze di venerdì scorso a Napoli appaiono tanto confuse quanto indecifrabili. Si era solo annunciato un lockdown regionale, nessuno ne conosceva minimamente i contorni e i limiti ma il fatto che le tensioni siano esplose in modo così fragoroso indica sicuramente un modello organizzativo preventivo cui si sono aggiunte altre falangi, chiaramente toccate da qualsiasi provvedimento legato alla movida notturna. Poi, quando le luci della ribalta si sono accese mediaticamente sulla Capitale del Sud, le spinte insurrezionali si sono tranquillizzate ed è emersa una comprensibile, vivace protesta, legata anche ad altre città italiane, che non è mai più sfociata nella violenza. Ma Napoli, purtroppo, in quest’ultimo anno, si è trasformata in una città ancor più complicata. Con un limitato tessuto industriale nella sua area metropolitana, dentro una realtà commerciale in fortissima crisi, le rughe della metropoli si sono ampliate, creando una maschera nuova, sofferenze inattese. Né i provvedimenti del Governo, dal reddito di cittadinanza, alle successive, modeste misure post Covid hanno mostrato di far respirare minimamente il territorio. Un problema sicuramente generale che nel Mezzogiorno trova, però, i suoi accenti più alti. E intanto il virus avanza, la curva del contagio sale in tutta la Campania, le terapie intensive riprendono a riempirsi e l’organizzazione dei tamponi appare ancora tutt’ altro che impeccabile. Una situazione nella quale la cooperazione istituzionale dovrebbe essere un atto d’obbligo. Invece, paradossalmente, il Covid è il vettore sul quale lanciare politicamente la volata per Palazzo San Giacomo. Le note critiche di de Magistris, sviluppate ormai quotidianamente, sono, purtroppo, lo specchio distorto di questo confronto. Un conflitto necessariamente insanabile che andrà avanti anche nei prossimi mesi, con o senza Covid. La poltrona di Sindaco di Napoli è, ormai, la pietra angolare di questo confronto, l’ avamposto che disegnerà le prossime, ulteriori gerarchie. Il Coronavirus, quindi, è la straordinaria scialuppa politica alla quale oggi aggrapparsi, il tema che ha già rappresentato il vero, straordinario propellente per il successo di De Luca. Sul virus si accapiglieranno, nei prossimi mesi, tutti, destra e sinistra, provando a battere le note del decisionismo, della protesta, magari ancora della contestazione urbana. Affondando le mani nel disagio sociale del territorio, esaltando i limiti o i pallidi interventi del Governo, azzerando un’ agenda politica fitta di temi, diventati improvvisamente inutili. Rendendo ulteriormente difficile l’uscita dal buio della pandemia.