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Il “sì” di Napolitano con una “picconata”

Opinionista: 

Esauriti riti, inchini e liturgie di circostanza protocollari; per la verità, un po’ gelidi, nella celebrazione del matrimonio d’interesse politico, più scandaloso dell’inizio di questo terzo millennio, tra M5S e Pd, ora si sta passando dall’euforia del “colpo di fulmine” all’impatto con la realtà, che è ben altra cosa, irta com’è di difficoltà e ostacoli. Vecchi e nuovi anche se questo esecutivo nasce di proposito “senza memoria”, indispensabile per tirare a campare e non correre il rischio di far finire la improvvisa ardente “passione” nei reciproci rinfacci, fino a qualche mese irriferibili. Qualche indizio si è visto già dagli slittamenti di alcuni argomenti, ad esempio una nuova legge elettorale in agenda governativa, già subito dopo il voto parlamentare, come prova immediata di un “nuovo corso” e però subito riposta nel cassetto “salvo intese”. Nessuno allarme o dietrologia può capitare nei debutti. Sarebbe stato però meglio se ci fosse stato un primo approccio. Comunque, a far aprire gli occhi, il giorno stesso del battesimo di questo esecutivo, ai suoi principali artefici e sponsor, è stato “nientepopodimeno” che Giorgio Napolitano, il più istituzionale dei Presidenti della Repubblica fin qui avuti. Peccato però che il mondo mediatico, sempre così attento ai “rutti” di Grillo, alle “fanfaronate” di Salvini e ai “papielli e tituli” del Prof. Conte, nella convulsa corsa per seguire il duplice dibattito nei due rami del Parlamento, si sia lasciato sfuggire, o meglio abbia sottovalutato, la “perla della giornata politica”. Un “vero scoop” sul debutto del Conte bis, venuto dall’ex Capo dello Stato, per una energica esternazione, relegata però in insignificanti “occhielli”. Forse per non disturbare i “conducenti “. Napolitano che cosa ha detto di così rilevante da dover tornare sulla notizia? Nel messaggio inviato alla Presidente del Senato Casellati, l’ex Capo dello Stato, ora senatore a vita, nel motivare la impossibilità a potere esprimere il suo voto per le condizioni attuali di salute che glielo impediscono, dopo aver esternato il suo rammarico, ha comunicato testualmente: “Intendo , però, rendere noto il mio orientamento, favorevole alla nascita del nuovo governo, pur di fronte a oggettive difficoltà e alla necessità di meglio definire convergenze politiche e programmatiche e la loro tenuta nel tempo”. Una “picconata” silenziosa? Considerazioni del genere, in altre circostanze, potevano anche passare senza alcun rilievo, ma oggi pesano troppo, per lasciarle correre. Va ricordato che, nel corso della crisi di governo, scoppiata ad agosto tra M5S e Lega, e nel vivace dibattito poi seguito, incentrato sul rischio concreto che, pur di sfuggire al voto anticipato, si sarebbe potuta formare una “maggioranza di scopo”, “raccogliticcia solo per questo scopo”, il Presidente Mattarella assicurò il Paese e le forze politiche, soprattutto di Centrodestra, che lui avrebbe fatto valere come condizione indispensabile per dare il via alla nascita di un nuovo esecutivo: “la constatazione oggettiva della esistenza di serie convergenze politiche, programmatiche e di lunghe prospettive”. Il fatto che Napolitano, dopo aver seguito il discorso del premier, non si sia limitato nel suo messaggio a palesare soltanto le sue intenzioni di voto favorevole al Governo ma le abbia volute corredare con una puntigliosa esternazione, una netta riserva, non certo in linea totalmente in linea con quanto deciso da Mattarella, non è un buon segno per questo “matrimonio”. Che, stando ai sondaggi, su cui concordano tutti gli istituti demoscopici, anche il popolo non sembra gradire. Il fatto poi che quanto dice Napolitano nella sua esternazione in calce al messaggio, definibile in altri tempi una classica picconata, sia stato il motivo conduttore delle preoccupazioni delle opposizioni sul governo e l’operato del Colle, è una “concordanza” che lascia tanti interrogativi sul neonato “Mattarella Bis”.