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Il Giorno della Memoria: ma che cos’è la libertà?

Opinionista: 

NAPOLI. In occasione del Giorno della Memoria – e non solo – sarebbe molto importante rileggere il pensiero di Hannah Arendt riguardo ad uno dei concetti basilari posti alla base del nostro pensiero occidentale: la libertà.
“Che cos’è la libertà?” – o meglio, “What is freedom?”, suo titolo originario –, è un saggio arendtiano molto interessante, breve e per nulla complesso, pubblicato nel volume “Tra passato e futuro”, in cui l’autrice, filosofa e pensatrice politica, che nel 1941 aveva lasciato la Germania nazista alla volta degli Stati Uniti, pone degli interrogativi interessanti sul concetto di libertà, rivolti, in particolar modo, alla società dei post – totalitarismi.
Innanzitutto evidenzia come la libertà, nel mondo classico greco – romano, sia stato legato alla politica, essendo, la stessa, una condizione del cittadino e, quindi, una delle peculiarità più importanti delle città – Stato.
Questo concetto è entrato a far parte della filosofia politica con l’avvento del Cristianesimo, il quale riteneva che la libertà non fosse altro che un evento da verificare nell’ambito interiore, nel rapporto tra sé e sé. L’Arendt confuta la teoria cristiana ritenendo che il concetto di libertà può essere compreso solo mediante il rapporto con gli altri e non con noi stessi. Nell’antichità, l’uomo poteva definirsi libero non solo quando poteva fare a meno delle necessità materiali ma a ciò doveva aggiungersi la presenza e, quindi, la compagnia di altri uomini, incontrati in uno spazio pubblico, e che si fossero trovati nella stessa condizione: in poche parole era necessaria una realtà politicamente organizzata. È proprio nella realtà politica che l’uomo incontra il resto della comunità, per cui i significati di “comune” e di “pubblico” non rappresentano, nient’altro, ciò che è sotto gli occhi di tutti. Nell’ideale politico della polis greca, l’uomo manifesta in pieno il suo essere nel momento in cui fa emergere in pubblico la propria natura mediante il logos.
Inoltre, per Hannah Arendt, “la pluralità umana è la paradossale pluralità di essere unici”, e questa unicità la si manifesta quando l’individuo, con la parola e l’azione, avvia delle relazioni nel mondo umano. Ecco che l’autrice ripropone il concetto della natività di Agostino: “Tuttavia, in Agostino non troviamo solo la discussione della libertà quale liberum arbitrium, decisiva per la tradizione, ma anche un’idea di libertà di concezione del tutto diversa, esposta, per una circostanza significativa, nell’unica opera politica agostiniana, De civitate Dei … L’uomo non “possiede” la libertà in quanto egli stesso, o meglio il suo venire al mondo, è equiparato all’apparire della libertà nell’universo; l’uomo è libero perché è un inizio, così creato quando l’universo esisteva già: Initium ut esset, creatus est homo ante quem nemo fuit (Affinchè ci fosse un inizio, fu creato l’uomo prima del quale non c’era nessuno)”. Per questo motivo, per l’Arendt, umanità e libertà coincidono. Conclude Hannah Arendt, ritenendo che “Dal punto di vista oggettivo (cioè osservando dall’esterno senza considerare che l’uomo è un inizio e un iniziatore), le probabilità che domani sia come ieri sono sempre schiaccianti. Come se tutte le probabilità (non tutte, certo, ma quasi) fossero che la Terra non possa mai formarsi dalla concatenazione dei processi cosmici, la vita non possa nascere dai processi inorganici e l’uomo non possa emergere dall’evoluzione della vita animale. La differenza decisiva tra l’”infinitamente improbabile”, su cui si fonda la realtà della nostra vita terrena, e il carattere miracoloso insito negli eventi che determinano la realtà storica è questa: nell’ambito delle vicende umane noi conosciamo l’autore dei “miracoli”. A realizzarli sono degli uomini, che per aver ricevuto il duplice dono della libertà e dell’azione, possono fondare una loro realtà”. C’è poco da fare, “la libertà è la ragion d’essere della politica” e questo breve, ma intenso, saggio, che rappresenta un’esaltazione delle virtù della politeia, lo chiarisce efficacemente.