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Il sogno irrealizzato della Vecchia Signora

Opinionista: 

Superlega o Supercazzola? La marcia indietro clamorosa dei dodici dell’Apocalisse, che avevano deciso di autoproclamarsi elite del calcio, richiama alla mente una delle trovate verbali più geniali della combriccola di buontemponi immortalata da Monicelli nell’indimenticabile “Amici miei”. Inizialmente, per la verità, appresa la notizia che il gruppo dei “coesi e determinati” si stava sfaldando, era venuto facile accostare la vicenda al tormentone di Striscia la notizia: Emilio Fede che declama “Che figura di m…”. La notte di martedì 20 aprile ci siamo addormentati rassicurati dalle coraggiose uscite dei Klopp e dei Guardiola, dalla semi rivolta dei giocatori del Liverpool, infine dalla decisione del Manchester City di abbandonare l’opaca partita. Con nostra sorpresa, all’indomani, grazie a un’intervista ad Andrea Agnelli effettuata dal direttore di uno dei due principali quotidiani nazionali (molto vicino per assetti proprietari all’erede del grande Avvocato), abbiamo scoperto i motivi per i quali la Superlega sarebbe andata avanti comunque, sulla base di un “patto di sangue”, e che le probabilità di successo erano addirittura pari al 100%. Ci siamo oltremodo stupiti, tanto più che nell’intervista si chiariva che il numero uno della Juventus ostentava sicurezza pur dopo avere appreso non solo dell’addio dei Citizens ma anche della quasi certa scomparsa dall’operazione dell’intero stock delle squadre inglesi, atterrite dalle minacce di Boris Johnson, pronto a varare provvedimenti punitivi di ogni genere per farle recedere dall’insano proposito. Agnelli, evidentemente, aveva concertato una doppia intervista, alla testata in questione e a uno dei quotidiani sportivi più diffusi, senza avere adeguatamente metabolizzato la disgrazia, elaborato il lutto. In parole più povere: capito cosa era davvero successo. Poche ore dopo, arrivava anche la sua resa. Il progetto sicuro al 100% per ora sarebbe stato destinato a rimanere nel cassetto dei sogni irrealizzati. E qui le reminiscenze personali, che, riconosco, poco hanno di proustiano, mi rimandano dalla dimensione comica a quella della suspence d’autore. Ma sì! La diabolica Agatha Christie di “E poi non rimase nessuno”. Uno dei più avvincenti gialli della vecchia signora del brivido. Vecchia signora! Pensandoci bene, è l’eterno ritorno dell’uguale nicciano che si conferma: dalle trame sofisticate di quella british style ai progetti astrali, accelerati dagli esiti di bilancio (l’ultima semestrale Juve registra 113,7 milioni di perdite), di quella, sorda e grigia come un’aula mussoliniana, di corso Galileo Ferraris.