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Il web non è migliore degli altri mass media

Opinionista: 

Cari amici lettori, spero che anche voi abbiate passato un buon Natale. Il Bambino, anche quest’anno, è nato e ha portato la pace nel cuore dei fedeli, anche se l’Onu continua ad appoggiare i musulmani contro Israele, anche se il Papa continua a preoccuparsi di Aleppo, ove la grande battaglia è conclusa, più che delle altre località ove la guerra continua a seminare morte. Auguro, in ogni modo, a tutti voi un felice anno nuovo, durante il quale possiate ottenere almeno qualcuna delle cose che desiderate. Di più non posso augurare, poiché per un’Italia migliore sarebbe necessario che la Divina Provvidenza inviasse uno speciale tsunami, capace di spazzare via tutta l’attuale classe dirigente, a cominciare dai governi europei, nazionali e locali per poi continuare con certa magistratura e con gli operatori mediatici asserviti al sistema. A proposito di media, debbo con gran rammarico costatare che la spazzatura del web non è migliore di quella del piccolo schermo e dell’edicola. Tre sono le notizie che mi hanno colpito più delle altre in questa settimana, nella quale pace e gioia avrebbero dovuto regnare indisturbate. La prima riguarda i Notrump. Sì, i democraticissimi democratici americani hanno fatto fetecchia con i loro tentativi di annullare la vittoria del neopresidente mediante i riconteggi e gli appelli ai delegati perché tradissero il mandato. Gli ancor più democraticissimi antifascisti nostrani hanno, però, ottenuto un successo inducendo Andrea Bocelli, con minacce e insulti mediatici, a rinunziare all’esibizione prevista per il venti gennaio a Washington, in occasione dell’insediamento di Trump. Non mi occupo dei boicottatori, onde evitare il turpiloquio; qualcosa va detto, però, sul cinquantottenne tenore cieco, ultima delle grandi voci italiane. Grande cantante, ma anche grande vigliacco; dopo aver cantato in privato per l’amico Trump e aver espresso pubblico apprezzamento per il tycoon, non gli fa onore la resa ai cinguettii, che minacciavano di non comprare più i suoi dischi. A meno che non speri, con i tempi che corrono, di aggiudicarsi un premio Nobel per la letteratura o per la pace. Pazienza: lo cancellerò dai miei ascolti, recuperando dal passato le voci di altri, da Caruso alla Callas a Pavarotti. La seconda notizia riguarda la famiglia Poletti. Manuel, il quarantaduenne figlio del ministro del lavoro, ha sporto denunzia per le minacce e gli insulti indirizzatigli sul web. Cari amici lettori, la circostanza che i denunziati siano non già antifascisti ma grillini e leghisti non ci consente di nutrire simpatia nei loro confronti. Il fatto che su alcune cose la pensino come noi non li fa diventare migliori di quelli che hanno minacciato e insultato Bocelli. Possibile che gli utenti del web non siano capaci di esprimersi in maniera civile? Ciò detto, Manuel se l’è cercata. Riecheggiare le vergognose parole del padre sui giovani costretti a trasferirsi all’estero non mi sembra appropriato da parte di chi, per ragioni familiari, ha ottenuto la direzione di un giornale e la presidenza di una casa editrice alla quale in tre anni sono andati contributi pubblici per oltre mezzo milione. Manuel non ha avuto alcun bisogno di lasciare l’Italia; all’estero, magari, si sarebbero accorti subito che, nel suo primo editoriale su “Sette sere”, scopiazzava da “La Repubblica” un fondo di Ezio Mauro. La terza notizia riguarda gli agenti Cristian Movio e Luca Scatà, protagonisti dello scontro a fuoco con il terrorista musulmano Anis Amri: due esponenti delle forze dell’ordine certamente benemeriti, cui sarebbe spettata una maggiore prudenza da parte del premier Gentiloni e, soprattutto, del ministro degli interni Marco Minniti. Quest’ultimo è il vertice della struttura cui appartengono i poliziotti e mi sembra si sia dimostrato un pasticcione, come lo zio Fester della famiglia Addams cui un poco somiglia: doveva, certamente, fare a meno di twittare nomi, cognomi, foto e luoghi di provenienza dei due agenti, fornendo ai tagliagole musulmani notizie preziose per eventuali vendette. Ancor peggio la grillina biellese Antonella Buscaglia, inorridita, irritata e piena di compassione per il musulmano morto, che definisce vittima di un omicidio, mostrando un’incredibile ignoranza circa la legittima difesa e l’uso legittimo delle armi. Se a tutto questo serve il web, mi diventa meno antipatico Erdogan, che lo ha sottoposto a severa censura. Comincio a pensare che, andando avanti di questo passo, mi converrà chiudere il mio sito su Facebook e ritornare a tradizionali contatti de visu.