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Invitalia e il museo di Città della Scienza

Opinionista: 

Il re Ferdinando II di Borbone autorizzò nel 1854 i fratelli Charles ed Ernest Lefebvre a impiantare sulla spiaggia di Coroglio una fabbrica di prodotti chimici a completamento della industrializzazione del Regno delle Due Sicilie, che già contava le Reali Acciaierie di Mongiana, le Seterie di San Leucio (la prima Utopia sociale realizzata nel mondo), i cantieri navali di Castellammare di Stabia, la fabbrica di locomotive di Pietrarsa e le Manifatture ceramiche di Capodimonte. Tutta la zona al di là della collina di Posillipo era una campagna pressocchè disabitata e il collegamento con Pozzuoli, Baia e Miseno avveniva attraverso la Crypta Neapolitana, una stretta grotta lungo 770 metri. Perciò questa vasta zona della città venne chiamata Fuorigrotta. Nel 1810 Gioacchino Murat fece costruire la strada di Posillipo di cui parla Benedetto Croce a pagina 284 di “Storie e leggende napoletane” (“Venendo da Napoli per la via nuova di Posillipo”). Nei capannoni dei Lefebvre l’Idis costruì negli anni ‘90 il museo della Città della Scienza, che per anni svolse un’attività apprezzata dal mondo scientifico italiano ed europeo. Nell’era bassoliniana il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi vi inaugurò un grande incubatore di imprese. Nella notte del 4 marzo 2013 il museo è stato distrutto da un incendio sul quale la magistratura sta ancora indagando. Ma un anno dopo, il 4 marzo 2014, è stato deciso di ricostruirlo “dov’era” da un accordo di programma firmato dal presidente della regione Campania Stefano Caldoro, dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dai ministri Stefania Giannini, Gian Luca Galletti e Giuliano Poletti e dal presidente dell’Idis Vittorio Silvestrini. Un accordo che è stato contestato dal mondo culturale e ambientalista cittadino e nazionale perché in contrasto con la legge 582/96 e con il Vincolo Paesistico del 1999 che, com’è noto, prescrivono “il ripristino della morfologia naturale della costa di Bagnoli”. Per sciogliere i suoi dubbi l’assessore alla Cultura Nino Daniele chiese un parere all’Avvocatura comunale (non si è mai saputo se l’ha ricevuto). In questo clima è stato bandito nel 2014 un concorso internazionale di progettazione del nuovo museo, finanziato dall’Inar Cassa (una decisione di dubbia legittimità, contestata da migliaia di architetti e ingegneri), vinto da due giovani architetti, il napoletano Valerio Ciotola e il veneziano Andrea Guazzieri. Il 7 luglio 2015 il progetto vincitore è stato presentato a Bagnoli alla presenza del presidente della regione Vincenzo De Luca, del ministro Del Rio, del presidente della Città della Scienza Vittorio Silvestrini e di altre personalità. La inaugurazione è prevista per il 2018. È davvero sorprendente che di questo progetto non ci sia traccia nelle affabulazioni urbanistiche di Invitalia che sulla spiaggia di Coroglio prevedono una quantità di attrezzature, piscine e boschetti ma non lo Smart Building della Città della Scienza. “Una spiaggia, tre aree tematiche, l'officina dei piccoli, un museo permanente, terrazza sul mare, ristorante e teatro. Uno Smart Building che di notte si accende come una lanterna”. E a fronte della soddisfazione dei contestatori dell’AdP del 4 marzo 2014 non c’è stata la contrarietà, che pure era scontato attendersi, del sindaco di Napoli, del presidente della Regione Campania e dei tre ministri firmatari dell’ AdP. E nemmeno quella del presidente del Consiglio che è venuto il 14 agosto a Napoli per presentarlo e illustrarne “l’alto significato di rinascita culturale e di crescita sociale”. Sulla rimozione della colmata c’è stato il 6 aprile scorso lo stupefacente annuncio del presidente Renzi dopo la decisione del Commissario Nastasi di lasciarla dov’è “per non provocare disastri ambientali di preoccupanti proporzioni”. Talchè non sorprenderebbe un ripensamento di Invitalia che, nel rispetto dell’AdP del 4 marzo 2014, prevedesse la ricostruzione del Museo dove nel 1854 i fratelli Lefebvre costruirono il polo chimico dei Borbone. E dov’era prima dell’incendio del 4 marzo 2013.