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La “secessione bianca” è una proposta folle

Opinionista: 

Mentre corriamo in questa vita che sempre di più ci obbliga, ci affanna, ci sballottola tra un impegno e un altro, mentre tv, giornali e mass-media quotidianamente ci bombardano di notizie che ci confondono e ci imbarazzano, ci pongono in una situazione di completa confusione, ci distraiamo da problemi che potrebbero notevolmente condizionare, in termini di qualità, la nostra vita. È giusto soffermarsi sulle contingenze economiche e finanziarie dalle quali pur dipende il buon andamento della nostra vita, ma ritengo che è nostro dovere non distrarci da una questione fondamentale, quale l’Autonomia differenziata regionale. Cosa significa la proposta Calderoli sull’economia differenziata? Riconoscimento da parte dello Stato dell'attribuzione a una Regione dell’autonomia legislativa sulle materie di competenza e concorrenza. Tale proposta conserva tutte le radici di un pensiero secessionista che risale ai tempi della Lega di Bossi ed evidenzia, sicuramente, quella spaccatura, antica quanto attuale, tra il Nord e il Sud, sottolineandone i due differenti andamenti sul piano economico, finanziario, produttivo, civile. Ma, tra i punti salienti della proposta, è importante sottolineare ancora di più quanto si legge: “Trattenere il gettito fiscale, legislazione concorrente”. Con questo cosa si intende? Significa legiferare in autonomia su temi importanti come la protezione civile, pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, infrastrutture, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, intrattenere rapporti internazionali con l'Ue, commercio con l'estero, tutela sulla sicurezza sul lavoro, l'istruzione, le professioni, la ricerca scientifica e tecnologica, salute, ordinamento sportivo e tanto altro. Oggi la chiamerei “secessione bianca”. La Lega ha tentato in trent'anni di attuare tale progetto e non ci è mai riuscita. Assurdo! In un momento storico in cui il tricolore e l'integrità della Nazione dovrebbero essere valori sacri, quanto su espresso potrebbe inesorabilmente ed irreparabilmente accadere. A mio parere, questa folle proposta porterà ad una penalizzazione non solamente del Sud, ma del sistema Italia e dell'intera Europa già duramente provata in questi tempi di guerra. Calderoli e company devono capire che lo sviluppo dell'Italia parte dal Sud in una visione meno egoistica e più propensa ad un dialogo in ambito del Mediterraneo tenendo conto della posizione geografica del Sud e della Sicilia. Il mio pensiero va, per esempio, alla considerazione dei servizi essenziali, per esempio scuola e sanità, la cui qualità fa considerare civile o meno la vita di un territorio. L’Autonomia Differenziata Regionale sarà capace di tenere alti i livelli di questi servizi? Questa è la domanda che dobbiamo porci e dobbiamo pretendere delle risposte reali. Le risorse che arriveranno al Sud saranno distribuite tenendo conto effettivamente degli interessi e delle necessità di ciascuna Regione, in particolare di quelle del Mezzogiorno? Io non voglio più un Sud malato, vecchio, che non abbia cultura, che non sia civile, che rincorra con fatica il Nord, non voglio più un Sud costretto a sopravvivere, non voglio più un Sud da cui i giovani sono costretti a scappare perché il mio, il nostro, Meridione deve avere un vero e proprio rilancio economico e civile. E allora bisogna pretendere una discussione sui LEP che contengono un intrinseco significato. Sono i Livelli essenziali di prestazioni su diritti e servizi che devono essere necessariamente garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Ad oggi tale uniformità su diritti e servizi già non esiste. E allora ci si può immaginare cosa potrebbe accadere dopo la riforma Calderoli? Il disastro! Nel bene e male, l'Italia come posizione geografica, è la regina del Mediterraneo e, come si sa, questo bagna tre continenti e penetra su due oceani mediante il canale Suez e lo stretto di Gibilterra. Questo potrebbe bastare a farci comprendere, se riuscissimo a liberarci da fantasmi immondi, l'importanza di avere un’Italia unita per il bene di tutti. Se il Nord di Calderoli non può fare a meo della secessione bianca mi sento di proporre l’autonomia finanziaria, cioè una finanza prevalentemente del Sud con capitali di risparmiatori e imprenditori del Sud senza nemmeno un euro proveniente dal Nord; che sia capace di interagire con le finanze europee e mondiali e, naturalmente, capace di relazionarsi comunque con la finanza del Nord. Oggi purtroppo, non avendo una sola banca al Sud, noi imprenditori di questa terra derubata e martoriata siamo costretti a pagare interessi a livelli di usurai alle banche del Nord impedendoci, però, una competitività alla pari con tali aziende nordiste. Ancora: visto che la produzione delle aziende del Nord per circa il settanta per cento va al consumo del Sud, inserirei una tassa su tali prodotti. Penso che, su questi due punti da me citati e ritenuti fondamentali, i proponenti dell’economia differenziata possano veramente impegnarsi ad aprire una discussione approfondita ed una riflessione critica attenta e dettagliata al fine di ravvedersi. Sono convinto che, attraverso interventi strutturali, investimenti nella formazione, nella sanità, nei trasporti e servizi, politiche innovative, organizzazione finanziaria ed economica, una più scrupolosa educazione alla legalità, una maggiore responsabilità degli assetti politici e amministrativi, la capacità di sfruttare l’ottima collocazione geografica del Meridione, il Sud possa aprirsi ad una nuova prospettiva e diventare uno spiccato centro propulsivo. Bisogna agire tenendo salda la tutela dell’unità nazionale basata sui principi di uguaglianza, solidarietà, sussidarietà e perequazione.

TERRA MIA

Terra, la mia terra, terra di sogni, terra di fantasia, terra dai mille volti, mille poesie. Più ti vivo e più mi accorgo che mi appartieni, più mi sei mamma, terra mia. Non smetterò di amarti e portarti nel cuore, per paesi vicini e lontani, non smetterò di difenderti da coloro che ti accusano di aver partorito figli senza onore, figli di una mamma distratta nell’amore, ostile nei rapporti, al punto d’indignare i tuoi stessi figli a farti distruggere nell’orgoglio e nella dignità; farò del mio meglio per cantar le tue lodi. Terra mia, quanti tuoi figli negli anni ti hanno lasciata, figli che hanno portato un pezzo del tuo cuore per paesi e terre sconosciute, quanti al finir dei loro giorni sono ritornati a te, a ridonarti quello che a te apparteneva da sempre: respiri e sospiri... sono ritornati a farsi proteggere da vicino, così come li hai protetti da lontano con il tuo calore, con l’energia che gli hai donato quando li hai generati dal tuo crogiuolo di mamma e amore... Terra mia, mamma mia!