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La Champions “de noantri”: in Italia si conquista così

Opinionista: 

Come si conquista la Champions League disputando la serie A italiana? 1) Ottenendo la bellezza di 20 rigori (Milan), record assoluto nella storia dei campionati. Confrontando alcuni dei penalty concessi ai rossoneri con tanti episodi in cui il provvedimento arbitro-var è stato negato al Napoli, si può avere un’idea di come questo tipo di decisioni spostino gli equilibri di un torneo. 2) Venendo premiati per le doti di cascatore, come è capitato a Cuadrado (Juventus), in occasione della sfida decisiva con l’Inter. Tra tanti errori di Calvarese e di Irrati, l’unico che ha veramente pesato, alla fine, è stato quello clamorosodegli ultimi minuti. Se l’arbitro non avesse avuto le allucinazioni vedendo quello che non c’era da una distanza tale da consigliargli maggiore prudenza, e se l’uomo della tecnologia non avesse evitato di intervenire pur in presenza di uno abbaglio colossale, le cose per i bianconeri si sarebbero messe molto male. A tutto vantaggio del Napoli, oltre che del Milan. Come si perde la lotta per il quarto posto, ultima piazza disponibile per la Champions League, sempre gareggiando nella maggiore competizione calcistica nazionale? 1) Vedendosi annullare (Napoli) il gol decisivo della vittoria contro il Cagliari per un tocco lievissimo di Oshimen su Godin, senza naturalmente che il var Mazzoleni avesse nulla da obiettare. Il pareggio dei rossoblù isolani ha premiato la loro maggiore determinazione nei minuti di recupero, ma solo perché le reti da recuperare erano una e non due. 2) Affrontando nelle ultime due partite del campionato (sempre Napoli) avversari in teoria senza motivazioni, ma nella realtà più agguerriti che se stessero disputandosi loro, e non i partenopei, il diritto alla Champions. Nella giornata dell’epilogo, la Juventus incontrava ben altra opposizione in quel di Bologna, passeggiando al punto da realizzare 4 gol nei primi 48 minuti. Il Milan, dal canto suo, con doppia somministrazione di dose vaccinale rigori, aveva facile ragione di una dimessa Atalanta. Tutto va bene, madama la marchesa. Si resta perplessi, peraltro, a leggere opinionisti napoletani che osannano il “Verona, esempio di correttezza sportiva”, sottolineando che, se mai, avrebbero dovuto essere Bologna e Atalanta a seguirne l’esempio. Domando loro: come mai le ultime prestazioni dei veneti erano da media retrocessione, mentre col Napoli sono improvvisamente tornati a sfoggiare una condizione fisico-atletica ottimale? La risposta, al di là del buonismo masochista, è una e una sola, ragazzi miei: siamo in Italia, questa è la Champions “de noantri”.