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La Città metropolitana: occasione da non perdere

Opinionista: 

Metropolitana richiama l’attenzione su una istituzione che ormai avevamo dimenticato distrutta nel ruolo e nelle funzioni dalla cosiddetta riforma Del Rio. Al di là della inopportunità della scelta fatta a Piazza Matteotti la vicenda degli staffisti rischia di far perdere di vista la enorme responsabilità politica del Sindaco per aver sin qui utilizzato l'ex Provincia esclusivamente come camera di compensazione per mantenere gli equilibri politici della sua maggioranza a Palazzo San Giacomo non avendo alcuna attenzione, invece, per i servizi che l’ente comunque è tenuto a garantire ai cittadini. La Città Metropolitana, pur nel “papocchio” che il Governo Renzi ci ha consegnato, potrebbe ancora oggi, come ente di governo di area vasta, svolgere un ruolo importante tenendo conto che l’area metropolitana di Napoli ha delle peculiarità che la distinguono nettamente dalle altre: l’alta densità di popolazione; una città capoluogo dove si concentra circa un terzo degli abitanti della Campania oltre che la gran parte delle attività culturali ed imprenditoriali; la presenza di Comuni che per numero residenti potrebbero in gran parte essere considerati, in altre realtà, altrettanti capoluoghi di provincia. In questo quadro e considerato la contiguità dei centri urbani risulta evidente che temi come quelli della crescita economica, della formazione professionale, della pianificazione territoriale ed urbanistica, dei trasporti e della viabilità, delle infrastrutture, dell’ambiente, della sanità, della scuola, del turismo e dell’assistenza, avrebbero la necessità di essere governati con scelte chiare e con una visione di area vasta e sovracomunale che potrebbero trovare sintesi proprio nella città metropolitana. Per rendere incisiva l’azione di governo della città metropolitana di Napoli andrebbe garantito una governance autorevole che solo l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano può garantire, consentendo agli elettori di tutta la provincia di poter scegliere chi deve governare l’Ente eliminando l’attuale meccanismo di cooptazione del sindaco del comune capoluogo che, di fatto, esclude dalla scelta i cittadini degli altri 91 Comuni della provincia. Lo statuto della Città Metropolitana di Napoli, adottato con deliberazione della Conferenza Metropolitana n.2 dell’11 giugno 2015, all’art. 18 ha previsto il sistema della elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano ma in coerenza con la legge statale lo condiziona alla ripartizione in zone dotate di autonomia amministrativa del territorio del Comune capoluogo. De Magistris, che inserì questo articolo perché frutto di un accordo con tutte le forze politiche necessario per approvare lo Statuto, ha la grande responsabilità politica di aver fatto scivolare nel dimenticatoio quanto, invece, avrebbe dovuto fare tanto che la sua amministrazione non ha mai adottato alcun atto amministrativo necessario a rendere effettivo la previsione del predetto articolo 18. Su questo punto, a mio avviso, le forze politiche, in particolare quelle di opposizione, dovrebbero incalzare l’ex magistrato e la sua giunta, perché l’area metropolitana di Napoli ha bisogno, oggi più che mai, di una programmazione complessiva di sviluppo dell’area metropolitana. Napoli Est e Bagnoli, ad esempio, risentono ancora oggi di una visione limitata ad una dimensione comunale. Immaginate se la strategia di sviluppo di queste due aree dismesse, alle quali abbiamo affidato gran parte delle speranze per il futuro di Napoli, potessero giovarsi di una prospettiva che tenga conto di tutta l’area che le circonda compreso quella dei comuni limitrofi in modo da poter disegnare una strategia complessiva in cui funzioni ed infrastrutture vengono individuate con un punto di vista che vada oltre la cinta urbana. Si apra su questo punto un grande dibattito tra le forze politiche in città perché la città metropolitana può ancora rappresentare, pur nella approssimazione di una riforma molto discutibile, una opportunità non la facciamo diventare l’ennesima occasione perduta.