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La crescita del Sud? La ripresa è già partita

Opinionista: 

La fiducia è un requisito che accompagna necessariamente la crescita economica. Nel Sud, questo fattore sta crescendo e può permettere di vincere la grande sfida che abbiamo davanti. A cambiare il quadro sono le giovani generazioni. Lo ha chiarito efficacemente il Presidente del Gruppo Intesa, Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. Qui non si tratta di auspici o di illusioni. I dati ci dicono che tra giugno 2021 e giugno 2020 l’aumento delle imprese meridionali è stato doppio rispetto alla media Paese. Ci dicono anche che la percentuale di imprese giovanili si attesta sul 10%, contro l’8,4% nazionale. E che questi indicatori incoraggianti sono potenziati da un fenomeno di entità considerevole, anche perché si sta verificando da un buon numero di anni. Tra il 2014 e l’epoca attuale la crescita delle imprese innovative nel Mezzogiorno è stata pari a circa il 52%, a fronte del 34% del dato Italia. Il tessuto produttivo del Sud, insomma, si è già andato trasformando negli ultimi tempi, grazie a una crescente consapevolezza di tantissimi giovani di dover contribuire a disegnare il loro destino, superando vecchie consuetudini e dimostrando un livello di competitività maggiore rispetto ad altre aree italiane. C’è un ulteriore elemento che rafforza questa tendenza. Premesso che in tutta l’Italia deve aumentare il numero di laureati, ancora lontano dalle percentuali di altri paesi nostri competitor, nel Sud assistiamo a un piccolo prodigio. La quota dei giovani che sceglie le discipline Stem, ossia scienze, tecnologia, ingegneria o matematica, supera un quarto del totale, con una incidenza superiore a quanto accade nel resto della nazione. Insomma, i giovani meridionali stanno imparando a progettare il loro futuro, a utilizzare ogni possibile strumento di orientamento per definire con cura le loro scelte. In tal modo, finiscono per indirizzarsi verso quei saperi e verso l’assimilazione di quelle competenze, che possono metterli in grado di padroneggiare l’innovazione, trasformandola in business e dunque in opportunità di autorealizzazione. Sia chiaro. Questa metamorfosi in atto non può bastare senza politiche che la supportino e valorizzino le energie giovanili che si sono già messe in moto e che, ci auguriamo, si aggiungeranno cospicue nel prossimo futuro. Di qui l’importanza della grande svolta europea, che, solo attraverso il Pnrr, destinerà al Mezzogiorno circa 82 miliardi di euro, pari al 40% delle risorse ricevute dall’Italia per effetto di Next Generation Eu. E’ un’impresa ardua, ma si può vincere. Grazie al protagonismo dei giovani del Sud.