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La Cultura arma vincente nelle mani di Manfredi

Opinionista: 

Gentile Direttore, la composizione della nuova giunta comunale è ormai “quasi” completa e la prima sensazione è di apprezzamento per l’autorevolezza ed autorità delle persone che la rappresentano. Ho usato l’avverbio di quantità “quasi” perché la moltitudine di competenze che il Sindaco Manfredi ha conservato per sé è ampia ed avrà bisogno di sicura collaborazione, per cui si potrà parlare di altrettanti Assessorati “camuffati “ da deleghe consiliari, come si usa fare da tutte le amministrazioni da qualche tempo. Intanto, una delle materie più importanti per una città come Napoli, ricca di un patrimonio artistico e storico unico in Italia e, forse, nel mondo intero, quella della Cultura, il Sindaco l’ha riservata per sé, commentando che questo settore gli è stato sempre caro, e se non avesse fatto il Sindaco, ma il semplice Assessore, avrebbe scelto la Cultura come delega. Non v’è dubbio che l’ex Rettore della Federico II ha tutti i titoli e l’autorità per assumere una tale delega; tuttavia, da uomo concreto qual è, ha indicato la strada che vuol percorrere per “sfruttare” al meglio il patrimonio culturale della nostra città, volendo nominare un gruppo di “saggi”, anche loro di provata capacità culturale, in modo da interagire con il variegato mondo delle tante associazioni e fondazioni d’arte sorte a Napoli molte volte per sopperire all’assenza delle Istituzioni. I nomi che circolano sulla stampa e sul web sono anch’essi di sicuro affidamento, e se fosse confermato questo trend, potremmo dire che questa amministrazione comincia con il piede giusto. Credo pure che sarebbe utile anche un “punto di ascolto”, dove la città in genere, con le sue innumerevoli vocazioni artistiche, potrebbe essere di sprone e d’aiuto a chi la rappresenta per questo aspetto così vitale per la continuità di una storica tradizione e per essere essa stessa, la cultura appunto, un volàno per il turismo d’arte, tanto sfruttato in altre città. Lei, Direttore e i lettori del suo autorevole giornale ricorderanno che tempo fa scrissi una lettera, pubblicata sempre gentilmente sul suo quotidiano, in cui parlavo di un grande artista, conosciuto questa estate nella bellissima Scario, perla del Cilento. Si tratta del Maestro Salvatore Caputo, già Direttore del Coro del San Carlo per 5 anni, oggi “ emigrato “ nello splendido “ Grand Theatre de Bordeaux “ dov’è sempre Maestro del Coro, Cilentano doc di Policastro, innamorato sempre della nostra Partenope. Vive a Bordeaux, appunto, con la sua splendida famiglia, una città francese nota non solo per i suoi prelibati vini e splendidi castelli, ma anche per il suo maestoso teatro lirico fondato nel ‘700 come il San Carlo. Il Maestro mi confidò che il suo amore per Napoli, sempre presente, lo portava a intraprendere iniziative che vedessero coinvolte le nostre tradizioni, tra cui, ovviamente, la musica napoletana, classica e popolare. A tal proposito, ha organizzato a Bordeaux per il prossimo giugno 2022 un concerto di musiche napoletane, che si chiama “Viva Napoli”, interamente finanziato dal teatro e città francese. Mi diceva anche, sconfortato, che aveva scritto alle Istituzioni campane (Regione, Comune di Napoli, Città Metropolitana) per annunciare un tale evento e programmare una presenza rappresentativa della nostra città, senza ricevere alcuna risposta! Che mortificazione: Bordeaux chiama Napoli per dedicarle un concerto che non costa nemmeno un cent. alla tasca dei contribuenti, e Napoli non risponde! E, purtroppo, non è un caso isolato questo nostro abbandono in cui siamo caduti. Ho avuto il modo di conoscere una famiglia di grandi artisti della ceramica, con nel sangue la tradizione presepiale: la famiglia Scuotto. Se si ha la fortuna di ammirare le opere presepiali eseguite da questi artisti nella loro bottega d’arte “la Scarabattola” (dallo spagnolo “escaparate”, indicante uno stipo o una teca, che chiude e protegge un gruppo scultoreo sacro) ai Tribunali, si rimane affascinati per l’arte del cesellamento che si intravvede sul volto e sui gesti delle figure. Questi artisti hanno meravigliato anche la Comunità cosmopolita di Gerusalemme, dove nel 2014 portarono una grande Cometa. Oggi i loro pastori, la loro grande opera è esposta permanentemente nel Convento Francescano del San Salvatore a Gerusalemme. Fino al 10 dicembre verrà esposta alla Nabi Interior Design di via Chiatamone un’opera portentosa del Maestro Emanuele Scuotto, intitolata “ Purgatorio”. Vuole rappresentare una riflessione del presente, immaginata con simboli e astrazioni, tra cui il culto delle cosiddette “anime pezzentelle”. Questo rituale antico, oggi viene rappresentato dal dramma dei migranti morti in mare, il cui orizzonte non ha confini, come non ha confini il dolore. Questi sono artisti. A queste persone, da cui Napoli negli ultimi tempi sembra essersi estraniata, bisogna far riferimento. La Cultura, che gode della massima attenzione del neo-Sindaco, non si faccia più condizionare dagli “esterofilismi”, anche se Napoli è una città internazionale, dove la Cultura di altri Popoli è stata sempre accettata e valorizzata. Cominciamo da noi, però, perché la nostra arte, la nostra storia, la nostra Cultura sono il segno della nostra autentica civiltà.