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La cultura non può disertare le urne

Opinionista: 

Suggerire il non voto, il cinque giugno, è un segno di resa. Quando le emergenze incalzano e le patologie sociali diventano travolgenti, in prima linea, per un’efficace azione di resistenza, debbono schierarsi proprio gli esponenti della cultura che resta l’unica arma e risorsa capace di provocare un cambiamento significativo. Grave anomalia, nella situazione napoletana, è adesso il proclamato disimpegno, dalle urne, di esponenti del mondo accademico e culturale. Luigi Mascilli Migliorini, storico, e Roberto Esposito, filosofo, vedono intorno a sé “vuoto di idee e degenerazione del linguaggio”. Per questo non andranno a votare. Rinunciano, però, a verificare se, tra i molti candidati, c’è qualcuno che meriti la propria fiducia. A cominciare dal mondo accademico: che dire per esempio, della presenza, a capo di una lista, di Lida Viganoni che per molti anni ha retto, con grande prestigio, l’Orientale? E di altri qualificati professionisti? Fare di tutta l’erba un fascio non è mai stato un metodo vincente. *** Il torto degli assenti. Proprio nei momenti di maggiore confusione e sbandamento vale di più il monito crociano di “distinguere sempre”. Una lezione che diventa la via del buon senso indicata da una lettrice, Edvige Nastri, che è pure vicepresidente di “Cittadinanza attiva”. Lei ricorda giustamente che gli intellettuali dovrebbero svolgere anche, e soprattutto, una responsabile funzione educativa. Chi si tira indietro, pur preso da un comprensibile sconforto, non ha mai avuto ragione. *** Giudici al lavoro. Sono quelli amministrativi del Tar (la sede è l’ex hotel Londra di piazza Municipio) e del Consiglio di Stato. Su di loro una pioggia di ricorsi e sotto gli occhi tremila firme irregolari, cento liste per le dieci Municipalità tutte da controllare attentamente. Un lavoro lento perché negli uffici non c’è personale adeguato. Ma solo da questo lavoro si saprà quanto gli aspiranti sindaco possono perdere in termini di liste e “candidati di sostengo”. *** I sondaggisti. Con il loro lavoro, prima palese ora “occulto”, cercano di prevedere quanto ogni candidato sindaco guadagna o perde mentre si avvicina il cinque giugno (pensiamo se fosse un “cinque maggio” manzoniano!). Per ora de Magistris perde il vicesindaco Raffaele Del Giudice e deve vedersela con la presenza, al suo fianco, di personaggi un po’ troppo “originali”: il massone Enzo Peluso, Sergio Angrisano che si esibisce col faccione militaresco di Mussolini, la filopalestinese 33enne Rosa Schiano ripresa nella striscia di Gaza assieme a militanti incappucciati e armati. Lettieri, a sua volta, recupera la lista “Fare Città”. Ma resta il punto critico: tra il “fare città” proclamato e farla sul serio c’è di mezzo proprio come farla. *** Un colpo all’Ala. Lo ha ricevuto Denis Verdini appena giunto a Napoli per sostenere,col suo movimento politico,Valeria Valente. Si è subito notato che fra i candidati (Comune e Municipalità) dell’Alleanza liberalpopolare- Autonomie,ci sono Vitale e Vincenzo Calone,figlio e nipote di un boss del rione Traiano. E’ sempre vero che le colpe dei padri non debbono ricadere sui figli,ma non si può non rimanere sconcertati quando uno dei due Calone sostiene che a Napoli ci sono ben quattro milioni di camorristi. Visto che è un’iperbole bella e buona,viene un dubbio: ci si augura, per caso, che i camorristi diventino tanti? *** Una proposta nel vuoto. E’ quella che fece Andrea Cozzolino, parlamentare europeo e personaggio di rilievo nel Pd napoletano. Deputati e senatori del suo partito avrebbero dovuto candidarsi per le dieci Municipalità. Nemmeno a pensarci. Nessuno ha voluto correre rischi,primo fra tutti quello di dover occuparsi,ogni giorno,di una massa di problemi sempre più soffocante. Meglio respirare l’aria di Roma fra le imponenti stanze di Palazzo Madama e di Montecitorio.