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La nostra salute ostaggio di chi continua a mentire

Opinionista: 

Fanno i professori. Invece dovrebbero nascondersi. Prima hanno indicato la Cina come «un modello da imitare» nella lotta al Covid e ora, al cospetto della nuova ondata di contagi e morti che la spietata dittatura comunista minaccia di esportare (di nuovo) a casa nostra, se la prendono col governo di Giorgia Meloni. D’accordo, l’atteggiamento di Fdi e Lega negli anni più duri della pandemia dai vaccini alle mascherine fu pessimo e da queste colonne non abbiamo mai esitato a sottolinearlo. Così com’è stato altrettanto negativo il segnale dato col reintegro anzitempo dei medici No vax: una vera contraddizione in termini. Ma grazie alla vaccinazione di massa, oggi la situazione è decisamente diversa da quella di tre anni fa. I numeri, soprattutto quelli dei ricoveri, per ora restano sotto controllo. Per questo la strada della cautela senza allarmismo adottata dal Governo italiano appare finora corretta: il tampone a chi proviene dalla Cina bilancia prevenzione e buon senso. Chi aveva criticato la scelta di Palazzo Chigi, adesso vede che il resto d’Europa ci viene dietro. Certamente, se a gestire la campagna d’immunizzazione invece di Draghi e Figliuolo ci fossero stati altri, forse oggi avremmo qualche motivo di preoccupazione in più; ma questo riguarda gli errori di un passato che si spera la destra non voglia ripetere. Tuttavia, se adesso siamo costretti a temere la minaccia di una possibile nuova emergenza la colpa non è certo del Governo italiano, ma ancora una volta del regime comunista cinese: un’autocrazia che sta producendo un nuovo fallimento. Per dimostrare la sua presunta superiorità rispetto all’Occidente libero, il Partito Stato ha dapprima adottato la draconiana politica “zero Covid” unita a vaccini farlocchi, trasformando così la Cina in un immenso carcere a cielo aperto per 1,4 miliardi di persone; poi, di fronte alla disfatta e sull’onda di proteste di piazza senza precedenti, invece di pianificare un’uscita graduale dall’emergenza ha rimosso in appena un mese quasi tutte le restrizioni, lasciando così che il virus si diffondesse e mutasse senza freni, falcidiando la popolazione. Come durante le prime fasi della pandemia, nessuno conosce la reale misura di contagi e morti nel Paese: la Commissione per la salute nazionale ha addirittura smesso di comunicare i dati. Improvvisamente, il mondo ha prima scoperto che in poche settimane quasi il 20% della popolazione era stata contagiata dal Covid, poi che starebbero morendo circa 5mila persone al giorno, numero che appare ampiamente sottostimato. Le immagini filtrate nei giorni scorsi degli ospedali al collasso e delle code davanti ai forni crematori sembrano confermare le peggiori ipotesi. Perché a questo dobbiamo affidarci, dato che i mandarini del potere rosso impediscono la circolazione di notizie certe. È la stessa storia del 2019: per non scalfire il potere di Xi Jinping, il Governo ritardò la comunicazione del diffondersi dell’epidemia, censurando e arrestando tutti coloro dai medici ai giornalisti che a Wuhan cercarono di avvisare i propri concittadini e il mondo del pericolo che correvano, permettendo così al nuovo Coronavirus di diffondersi indisturbato in tutto il pianeta. Sta succedendo di nuovo. Possibile che nessuno sappia che cosa rischia realmente di accadere? Che non si riesca a capire se siamo di fronte ad una nuova variante pericolosa per tutti, o se invece il popolo cinese è l’unica vittima di chi lo governa in maniera irresponsabile e antidemocratica? Possibile che la nostra salute debba essere ostaggio di un regime che invece di chiedere aiuto continua a negare l’evidenza e ad accusare noi, “colpevoli” solo di provare a tutelarci da qualcosa che non sappiamo cosa sia? E l’Oms e l’Onu che ci stanno a fare? Quand’è che chiederemo conto a Pechino dei danni arrecati in questi anni? È la dittatura comunista cinese il vero virus da battere.